Proseguiamo con le interviste del lunedì, nate per caso sono diverse settimane che ve le presento sul mercatinodeipiccoli spero che proseguiranno 🙂 #mondayInterview #MiniDesignInterview
Oggi intervisto Adriana Correa di Kid’s Modulor un blog ricco di spunti interessanti che seguo da tanto tempo, un poco design un poco diario di un architetto mamma di 3 bambini. Ultimamente è nata anche una bella collaborazione con Eleonora di MammaLogopedista, la rubrica Una casa Kid’s friendly in cui propone la sua visione di una casa pensata ANCHE per i bambini. Ma capirete di più leggendo l’intervista:
Adriana raccontaci di te, per cominciare, Cosa sognavi da piccola?
Sono una venezuelana che vive a Roma da dodici anni, ma i miei figli sono italiani (tre) e quindi anch’io oramai lo sono un po’. Sono architetto e lavoro come libero professionista insieme a Luigi, il papà dei miei figli. Da piccola volevo fare la pittrice, sognavo di avere un atelier pieno di tele e pittura ad olio e di andare in giro con un cavalletto da artista, come gli impressionisti, dipingendo paesaggi all’aria aperta.
Come è nato il tuo blog http://kidsmodulor.blogspot.it/ ricco di spunti e del tuo punto di vista sul design i giochi il mondo dei bambini?
Era da molto, dalla nascita della mia prima figlia (che oggi ha quasi otto anni) che volevo disegnare arredi per bambini. Credo che come molti mi sono resa conto della scarsa offerta nel mercato italiano di mobili semplici e belli che si adattassero effettivamente alle esigenze di una mamma e di un bambino piccolo, ma ero impegnata nel mio lavoro e come neomamma, non avevo molto tempo disponibile. Il blog è nato quando ho cominciato a disegnare un mobile per mia figlia (Casita), e quindi a concretizzare questo desiderio.
All’inizio lo tenevo come uno spazio molto personale, come un quaderno di appunti virtuali, che servivano per la mia ricerca, poi, molto lentamente, ha cominciato ad essere visibile. Il blog è stato fondamentale per portare avanti questo progetto, mi aiuta a focalizzare dove sto andando e cosa vorrei dire sul mondo dell’infanzia e mi da una grande spinta. Poi è un mezzo per sviscerare un’altra mia grande passione: scrivere.
Quale è la tua prospettiva sul design e il mondo dei bambini?
Molte volte mi è capitato di fare un regalo a un bambino o ai miei figli che mi sembrava bellissimo e pensavo che loro lo avrebbero apprezzato e invece lo hanno guardato per cinque minuti e l’hanno lasciato abbandonato per non riprenderlo più. Credo che in molti settori legati al mondo dell’infanzia ci sia una grande quantità di oggetti che hanno in realtà poco a che vedere con gli interessi dei bambini. Il design di arredi è un tema sempre più attuale e che desta sempre più interesse, ma credo che sia sempre più soggetto a molte interpretazioni e che la maggior parte di queste risponde più alle esigenze degli adulti che a quelle dei bimbi. Secondo me è molto difficile disegnare “buoni” oggetti per l’infanzia, bisogna capire che cosa intendiamo per “buoni”.
Un po’ di questo si tratta la mia ricerca.
Sei architetto e “crei ambienti a misura di bambino” , vuoi spiegarci cosa vuol dire per te?
Da poco ho aperto una rubrica nel mio blog dove cercherò proprio di individuare esattamente cosa vuol dire per me. Si parla molto di ambienti a “misura di bambino” ma secondo me in un senso un po’ vago. Più o meno siamo tutti d’accordo, credo, sul fatto che siano ambienti capaci di stimolare l’autonomia, ma non è molto chiaro come dovremo muoverci noi adulti in questo spazio e come possiamo aiutare effettivamente i bambini a diventare autonomi. Forse si da per scontato, a me come genitore mi sembra un’impresa che richiede notevole pazienza e che non è sempre facile.
In più c’è questa idea, secondo me un po’ equivoca, di ambienti “a misura di bambino”. Mi fa pensare che i bambini abbiano bisogno di ambienti specifici per loro, e non credo sia così. Trovo invece che i miei figli siano molto stimolati dal fatto di poter raggiungere e utilizzare le cose “da grandi”.
Credo che bisogna un po’ dosare questa idea e portarla a mirati interventi in grado di dare un aiuto ai bambini là dove loro possono trovare delle difficoltà, senza dimenticare che vivere in un ambiente da adulti è, di per sé, una spinta a crescere.
Hai progettato Casita, un letto a soppalco trasformabile. Vuoi raccontarcelo?
Cosa ti ha spinto a crearlo?
Volevo disegnare un letto a soppalco per la stanza di mia figlia perché sono convinta che i bambini amino l’idea di dormire in un letto alto e perché volevo sfruttare al meglio lo spazio della stanza. Ho voluto farlo insieme a lei, coinvolgendola nella progettazione. In realtà è stata sua l’idea di fare un letto a forma di casetta. Poi, però, volevo anche soddisfare le mie esigenze da mamma: non volevo fare una spesa notevole per un letto che durasse due o tre anni, fino a quando lei si stancasse della casetta. Allora ho pensato di utilizzare un telaio in legno con una copertura in tessuto, il materiale che i bambini hanno da sempre usato per costruirsi le loro tane, in modo che fosse rimovibile nei mesi estivi, lavabile e che mi consentisse di realizzare un letto trasformabile con pezzi che una volta smontati occupassero poco spazio.
Quello è Casita.
Quanto è importante per te la scelta dei materiali, la”sostenibilità” e quanto credi nel Made in Italy?
La scelta di materiali ecosostenibili mi sembra ormai quasi un punto fermo nella progettazione di arredi per l’infanzia, ma dovrebbe esserlo per tutti gli arredi in generale. Abbiamo forse capito che le nostre scelte hanno un’incidenza determinante nel deterioramento del nostro pianeta e credo che dobbiamo assumere sempre di più criteri responsabili ed etici per il bene di tutti. Però l’uso di materiali adeguati ed ecosostenibili non mi sembra sia, di per sé, sinonimo di qualità. Dovrebbe essere un dato scontato, ma per me la qualità di un oggetto (e soprattutto se viene destinato ai bambini) si misura con altri parametri.
Credo e sostengo fortemente il made in Italy, anche se non sono italiana.
L’Italia possiede una lunga tradizione d’innovazione nel design e di qualità dell’ artigianato e della produzione industriale che sono una parte importante del suo valoroso patrimonio culturale ed artistico. Credo che sia responsabilità del governo, degli impresari industriali, degli artigiani e dei designer non lasciarla morire. Sarebbe una grande perdita per la storia e l’economia di questo paese.
Che progetti hai per il futuro prossimo venturo?
Al Kid’s Room Zoom presenterò insieme a Casita un’altro progetto nato da una bella collaborazione, ma non dirò di più, è una sorpresa!. Poi vorrei fare un altro piccolo pezzo di arredo che ho in mente da tanto tempo… spero di poterlo mettere in piedi presto.
Come ti vedi tra 10 anni?
Vuoi che ti dico la verità?. Vorrei tanto vedermi sdraiata su un lettino in una bella spiaggia leggendo un libro o magari facendo qualche viaggio insieme al mio compagno… da soli!. Con tre figli, di cui due gemelli di tre anni queste sono cose del tutto irraggiungibili per me!
Per Kid’s Modulor vorrei vedere molti altri mobili realizzati!
Che mondo vorresti lasciare ai tuoi figli?
Vorrei un mondo che venisse incontro alle esigenze dei più deboli. Se avessimo la sensibilità e l’intelligenza di rispondere sempre alle esigenze dei più deboli potremmo rispondere alle esigenze di tutti, il mondo sarebbe veramente più libero e democratico.
Se siete interessati al letto Casita potete contattare Adriana tramite Kid’s Modulor o anche il suo studio www.dz4.it
Mamma Logopedista says
Onoratissima di essere stata citata, condividiamo un’idea pedagogica molto mammesca e divertente. Condivido! 🙂
akari says
Ciao Eleonora davvero una bella iniziativa la vostra 🙂
Adriana says
Grazie Arianna!, sono molto onorata e contenta di far parte delle vostre interviste!. Un abbraccio.
akari says
Grazie a te Adriana!! 🙂