Quando nasce un bambino e lo si porta a casa dall’ospedale, uno dei problemi più diffusi che mette immediatamente a dura prova i genitori, sono i molteplici risvegli notturni che non fanno riposare bene nè il bambino, nè la mamma e il papà.
Alcuni genitori sono molto fortunati perchè i propri figli dormono tutta la notte fin dal primo giorno di vita. Molti altri non possono godere di questo privilegio…come nel mio caso.
Il mio primo figlio, Leonardo, ad esempio, si svegliava dalle 10 alle 22 (le ho contate) volte per notte. Dopo nove mesi ero stremata e soprattutto notavo che lui la mattina non era riposato e sereno. E come poteva esserlo svegliandosi ogni mezz’ora?
Ho iniziato allora a sentir parlare di questo libro: “Fate la nanna” di Eduard Estivill. Non sapendo come affrontare il problema del sonno, decido di comprarlo e di leggerlo in un solo giorno.
Non voglio spiegare ora il metodo perchè non merita di essere sintetizzato in poche righe, ma andrebbe letto e compreso fino in fondo da entrambi i genitori. Sta di fatto che ciò che leggo mi convince e provo dalla sera stessa ad applicare questo metodo. Il libro assicura il raggiungimento del risultato entro 7 giorni dall’inizio dell’applicazione del metodo. Con mio figlio sono bastati 4 giorni. Da quel 4° giorno fino ad oggi sono passati più di 3 anni e mio figlio non si è mai più svegliato la notte e dorme 11 ore di seguito. Certo se sta male o ha la febbre, cosi come se ha un incubo a volte si sveglia, ma questo mi sembra più che naturale!
Il motivo per cui però voglio scrivere questo articolo non è certo per farvi sapere che mio figlio dorme la notte ma perchè leggendo tantissimi commenti su vari blog e siti relativi a questo metodo, mi sono imbattuta in innumerevoli critiche (ma per fortuna anche tante approvazioni), che personalmente trovo infondate.
Le due critiche più ricorrenti sono:
1- Il metodo è duro e traumatizzante per il bambino
2- Il metodo viene applicato solo per far dormire i genitori, quindi per una scelta egoista!
Ci tengo particolarmente a rispondere a questi due tipi di critiche, che non condivido affatto.
1– Il metodo prevede (tra le altre mille cose ben spiegate e motivate nel libro) che il bambino vada lasciato piangere “gradualmente” per pochi minuti prima di intervenire, invece di accorrere al primo lamento per cosolarlo. Per una madre è duro sentir piangere il proprio figlio senza intervenire subito. Ma penso che sia un problema del genitore. L’unico linguaggio che un neonato ha per esprimersi è il pianto, con il quale ci comunica fame, sonno, disagio, pannolino sporco, mal di pancia, noia, richiesta di attenzione. Consolarlo dopo due secondi per farlo smettere di piangere significa, a mio avviso, non permettergli di esprimersi con il suo linguaggio naturale (a volte lo trovo quasi antidemocratico :). I bambini hanno bisogno di piangere (certo non per un’ora di seguito altrimenti si sentono abbandonati) per poter esprimere un disagio e poter imparare a superarlo e ad affrontarlo da soli. Penso sempre che il compito principale di un genitore sia di infondergli fiducia, di insegnare al bambino l’autonomia e l’indipendenza e non la dipendenza totale dal genitore.
La prima sera che ho iniziato ad applicare il metodo, io ero in un’altra stanza con il cronometro in mano (per seguire la tabella del libro con i minuti indicati prima di intervenire) e piangevo mentre mio figlio piangeva. Dispiace sempre sentirli piangere ma mi ripetevo che era per il suo bene e non per il mio e questo mi ha dato la forza di non mollare e di ottenere un ottimo risultato in soli 4 giorni!
2– Come accennato poco fa, questo metodo serve ad insegnare al bambino a dormire tutta la notte, in modo che LUI possa riposare meglio. Ovvio che i genitori riposeranno di più ma di conseguenza, non in prima istanza.
Il bambino probabilmente si sveglierà lo stesso alcune volte, ma, invece di essere preso dal panico, sentirsi abbandonato e iniziare ad urlare richiedendo la presenza del genitore, imparerà a non sentirsi spaventato e a riaddormentarsi da solo, serenamente, perchè sa che il genitore non l’ha abbandonato affatto.
Quindi, nonostante molte critiche riguardino l’egoismo da parte del genitore nel voler applicare il metodo per poter dormire, paradossalmente penso esattamente l’opposto. Il genitore che vuole rasserenare suo figlio insegnandogli che se si sveglia all’improvviso nella notte non succede nulla e che può riaddormentarsi da solo perchè i genitori comunque non l’hanno abbandonato ma sono solo in un’altra stanza, è un genitore che sta pensando al bene del bambino. Al contrario, il genitore che continua ad intervenire per addormentarlo ad ogni risveglio sta insegnando al figlio che da solo non ce la può fare e che per qualsiasi cosa ci pensano mamma e papà. In questo modo si trasmette insicurezza e poca fiducia in se stessi.
Per questi stessi motivi di cui sono fermamente convinta e per il fatto che il metodo ha funzionato a pieno, inutile dire che l’ho applicato dal giorno zero anche con il mio secondo figlio che infatti ha da subito dormito tutta la notte (a parte le poppate necessarie quando era neonato). Adesso loro dormono sereni, e se si svegliano dopo poco si riaddormentano da soli senza piangere e senza chiamarci…e sì, di conseguenza anche noi dormiamo la notte senza interruzioni.
E la mattina siamo tutti riposati, pronti ad affrontare la giornata!
Per me è stata una conquista telmente importante, che è un libro che regalo a tutte le mie amiche in attesa del primo figlio!
Sarei felice di leggere i vostri commenti riguardo a ciò che pensate di questo metodo o alla vostra esperienza personale, se vi è capitato di applicarlo con i vostri figli!
annalisa e leo says
Ciao Moma avrei solo due domande da farti1 la nanna al pomeriggio va fatta al buio? E se mio figlio di 5 mesi va dalla nonna e il bimbo si addormenta da solo ma nel passeggino o quando è in macchina poi avro problemi con il metodo alla sera? Ciao e grazie!
Moma says
Ciao Annalisa,
mi fa piacere che chiediate il mio parere ma ci tengo sempre a ricordare che io non sono nè un medico, nè un’esperta, nè l’autrice del libro.
Sono solo una mamma che ha utilizzato questo metodo che con i miei figli ha funzionato alla grande 🙂
Quindi posso darto una risposta “istintiva” da mamma.
Io la nanna del pomeriggio la facevo fare in penombra ricordo. La luce non concilia il sonno ma il buio totale non avrebbe aiutato i bambini a distinguere il giorno dalla notte.
Per quanto riguarda la seconda domanda, non credo proprio ci saranno problemi. Già che anche dai nonni si abitui ad addormentarsi da solo è positivo. Poi che sia in un lettino, in auto o in un passeggino poco importa. Anzi direi che è normale che durante il giorno un bambino piccolo si addormenti in altri luoghi e non sempre nel suo lettino 🙂
Spero di esserti stata d’aiuto :))
ANNALISA E LEO says
Ciao Moma che bello che mi hai risposto non pensavo! Allora visto che ci sono vorrei farti ancora una domanda posso? Sono al quinto giorno di metodo i primi giorni ero ferrea con i minuti infatti dormiva tutta la notte il quarto giorno ho iniziato anziché aspettare sette minuti magari accorrevo gia a 5 cosi adesso si sveglia due o tre volte di notte che casino! Adesso che faccio riprendo dal terzo o ricomincio tutto da capo sono sincera ho visto un netto miglieramento no è un miracolo, mi sono gasata e patatrack!!!!! Rispondi please!!
Moma says
Ciao Annalisa, certo che rispondiamo…avevi dei dubbi? 🙂
Ed eccomi per l’altra domanda. Forse dipende anche dal bambino quanto devi tornare indietro nel metodo.
In caso ricomincia da capo ma stavolta cerca di arrivare fino in fondo. Mi pare di ricordare che nel libro c’era anche scritto di non tornare indietro altrimenti bisogna ricominciare da capo.
Che rabbia, eri già arrivata a 5 giorni, i più difficili, ti bastava resistere solo un po’ 😉
E vabbeh. L’importante è che tu abbia visto che c’erano dei miglioramenti e che riapplicando il metodo sai già che funzionerà.
Magari per alcuni bambini sono sufficienti pochi giorni (con mio figlio leonardo ne sono bastati…aveva 9 mesi e si svegliava dalle 20 alle 30 volte per notte), ad altri magari di più. Ti regolerai da sola, ne sono sicura 😉
In bocca al lupo e fammi sapere come va
ANNALISA LEO E ANDREA says
Ciao Moma, sai ho dovuto ricominciare da capo (come avevi detto tu) alla fine ho risolto che sollievo adesso tutto al suo posto e con tempi organizzati. Ho consigliato ad una mia amica questo metodo che non dormiva da 4 dico 4 anni e poi ad un altra con un paio di gemelli e sono contente. Certo ogni tanto capita che si sveglia e òi devo alzare dicendogli dai ora fai la nanna e lui si riaddormenta però se non altro ci siamo regolarizzati infatti il mio leo che ha 6 mesi dorme due ore alla mattina, ben tre quatro al pomeriggio e poi la sera va a nanna alle otto, non avrei mai pensato!!! Grazie un milione!
Moma says
Ciao Annalisa,
sono sempre contenta di sentire che un bambino dorme tutta la notte. Metodo o non metodo mi piace immaginare sereni sia loro, sia i genitori che sicuramente riposano di più 😉
ANNALISA E LEO E ANDREA says
Ciao MOMA intanto che aspetto la mia risposta vorrei fare un osservazione va bene che ogni genitore deve trovare il proprio metodo poi ci sta anche che ci sono bambini che dormono senza che non facciamo niente di particolare ( Andrea il mio primo flglio adesso ha 7 anni e lui dormiva lo cullavo, stava nel passeggino poi lo mettevo nel lettino e ciao fino alla mattina) secondo me va anche un po a fortuna. Una cosa però non mi piace che definiscano questo metodo crudele perché da qui si capisce che il libro non è stato letto ma lo si conosce perché qualcuno te l ha solo raccontato: Ma come si fa ha dire che i bebè vengono lasciati a piangere il primo giorno di trattamento è 1 3 5 5 ossia metti nel letto te ne vai e se piange aspetti di andare da lui per un minuto poi tre e i successivi sempre 5 aumentando di due minuti i giorni a seguire. A me non sembra un metodo nazista!!!
Moma says
Parole sante, che condivido in pieno 😉
ANNALISA LEO E ANDREA says
Io penso che se alla mattina ti alzi e sei uno zombie col marito sei sempre nervosa non riesci a dedicare del tempo di qualità all altro figlio la casa non riesci a tenerla dietro e la cena migliore che riesci a mettere in tavola è una pizza allora è il caso di leggere questo libro. In primis ci deve essere il benessere e la serenità della mamma con una notte di sonno tutto prende una piega diversa te lo dico io che mi alzavo con i capelli pettinati con i petardi! In più visto che allatto ancora il riposo non è poca cosa, le mamme non dovrebbero essere delle martiri non per forza ci si deve annullare per il bisogno del bebè. E poi pensandoci bene un sorriso della mamma (sincero) che fisicamente e psicologicamente sta bene non è meglio piuttosto che pensare che tutto va bene ma che poi in primis siamo noi che non siamo contente!!!!
Cristina says
Buongiorno a tutte! Sono Cristina e ho un bimbo di 10 mesi, Leonardo. Se posso dare un parere, ho provato questo metodo circa un mese fa e secondo me è proprio un metodo crudele; Mio figlio comunque ha sempre dormito non ci ha mai dato problemi…non ha mai pianto così tanto come in quelle sere, e la mattina dopo era arrabbiato non si svegliava sereno come al solito, non dormiva bene. Allora ho fatto delle ricerche e molti specialisti sconsigliano il metodo di quel libro perchè il bambino non impara ad addormentarsi da solo ma si rassegna e perde fiducia nel genitore e in generale nel prossimo. Inoltre lo stesso autore nel 99 ha smentito il suo metodo in un’intervista dicendo che va applicato dai 3 anni in su.
Alcuni specialisti hanno anche scritto che il cosleeping aiuta il bambino a regolare meglio alcune funzioni vitali, che il sonno nel cosleeping è si più leggero ma perchè i risvegli del neonato gli servono per un eventuale rigurgito, o se la coperta gli va sul viso, mentre se dorme lontano dalla mamma ha un sonno più pesante ma è anche più rischioso. Anche la mamma ha un sonno più leggero dormendo vicino al figlio infatti le notti che mio figlio ha dormito in un’altra camera io non lo sentivo anche se avevo la radiolina…
Io non ce l’ho fatta per più di due sere, non critico chi l’ha usato e si è trovato bene per carità, due mie amiche non hanno avuto problemi, ma ho riportato mio figlio in camera con me dorme nel suo lettino dopo essersi addormentato nelle mie braccia e si sveglia solo se vuole il latte la mattina molto presto.
Ho sentito parlare bene del libro Facciamo la nanna,ma non l’ho letto.
Moma says
Ciao Cristina, grazie per la tua testimonianza.
Io sono una sostenitrice del metodo, come ho scritto più volte tra i commenti. Con i miei figli ha funzionato, non hanno traumi, si addormentano sereni e non temono certo il mio abbandono…anzi sono molto sicuri della mia presenza! Ma ovviamente rispetto ogni posizione diversa dalla mia.
Quello che mi chiedo è come mai hai applicato il metodo con Leonardo (a proposito, anche mio figlio si chiama cosi 😉 se dici che non aveva alcun problema a dormire.
A presto 🙂
cristina says
Ciao Moma,
Grazie per avermi risposto.
Ho applicato il metodo perchè volevo provare a farlo addormentare da solo invece che in braccio a me e per farlo dormire in camera sua invece che in camera con noi, anche se appunto lui comunque dormiva tranquilla. Ma proprio non mi sono trovata. Dopo 2 sere ho riportato Leonardo in camera cn me, dorme nel suo lettino, si addormenta in braccio a me quando gli dò il biberon e la mattina quando si sveglia mi chiama
Sanja Bosnjakov says
ciao a tutti!
ho letto il libro e i vostri commenti e avrei 2 dubbi: la figlia "da rieducare" dorme nel suo lettino, ma nella nostra stanza. come faccio a gestire con il metodo i suoi risvegli notturni nei primi giorni, visto che siamo nella stessa stanza?
e poi, bisogna seguire il metodo anche durante il giorno, per la nanna diurna?
Mercatino dei Piccoli says
Ciao Lucia,
il mio consiglio spassionato è di tenerli nella stessa stanza, se è li che dovranno stare anche in futuro. Se la seconda dovesse impiegare mesi per dormire tutta la notte (non te lo auguro, ma può capitare), rischi che il primo si abitui a dormire altrove e che poi tu debba faticare di nuovo per inserirlo nuovamente nella sua stanza.
Tenerli insieme è un po' faticoso I primi giorni ma ti assicuro (esperienza personale) che dopo pochissimo tempo, il pianto della seconda diventerà un "rumore di fondo" a cui il primo si abituerà e che non lo farà più svegliare.
O almeno io ho fatto cosi e ha funzionato…e tutt'ora se uno si sveglia per qualche motivo, l'altro continua a dormire ;).
In bocca al lupo per tutto.
Moma
Tiziana Voltan says
Lucia il mio consiglio è di leggere Facciamo la nanna e dopo decidere se il metodo di estivil sia da applicare..
Tiziana Voltan says
P.S. Se ci fosse l'opzione non mi piace ci incollerei sopra il dito.
Lucia says
Eccomi di qua,di nuovo..ebbene sì,il primogenito ha cominciato a dormire tutta la notte (ora ha 2anni e mezzo!) ma la seconda…pur essendo femmina,pur essendo seconda..non ha ancora cominciato!
Ha quasi 9mesi,si addormenta serenamente da sola perché,memore della fatica fatta con il primo,abbiamo subito cercato di insegnarle ad arrangiarsi.
MA si sveglia la notte. 2 volte sempre. A volte anche di più. E allora siamo ad un passo dall’applicare il metodo.
E sono qui,oltre che per avere un po’ di conforto perché sì ci credo però sentir piangere i propri figli non fa mai bene,sono qui dicevo per chiedere un semplice consiglio.
Il primogenito..dove lo metto?! Gli faccio subire i pianti notturni della sorellina? Lo sposto di stanza per qualche notte?
Tu come avevi fatto?
Grazie!
Maria says
Ciao! Sto usando anche io estivill con mia figlia (12 mesi). Va tutto bene, la prima notte si è addormentata in 12 minuti e dalla seconda non sono quasi più rientrata se non che… come gestire le sveglie di mattina prestissimo? Lei comincia a svegliarsi dalle 5 in poi. Uso più o meno la tabella dei minuti ma di solito se poi si sveglia alle 6.30 vado a prenderla. Ma lei ha ancora molto sonno!!! Perché non c’è la risposta a questa domanda FONDAMENTALE fatta sopra da Serena?
Mi raccontate le vostre esperienze?
Maria
Moma says
Ciao Maria, premesso che non siamo esperte in materia, posso solo darti la mia impressione o raccontarti la mia esperienza.
Trovo abbastanza nella norma che un bambino si svegli molto presto la mattina…pochi sono quelli che arrivano alle 8 o alle 9…e comunque se capita, sono più grandi di tua figlia.
Forse alle 5 è un po’ troppo presto e fai bene a provare ad applicare il metodo per farla dormire. Dovresti però anche capire perchè si sveglia (la luce? ha fame? ha sete? ha freddo perchè si è scoperta?) ed agire di conseguenza (lasciale un biberon con l’acqua cosi beve da sola se ha sete, o dalle il latte se ha fame, o coprila bene se ha freddo ecc ecc). Alle 6,30 invece si che tocca alzarsi…a quell’età è abbastanza normale.
Il mio primo figlio a quell’età si svegliava sempre alle 6,20 in punto, ci si poteva rimettere l’orologio. Io allora gli davo il biberon di latte e poi lui dormiva un’altra oretta. Puoi provare cosi.
E se proprio non si riaddormenta vorrà dire che farà un pisolino a metà mattina 😀
Maria says
Grazie di aver risposto! Sì effettivamente è quello che mi sono detta, grazie a dio che sono le 6 e non l’1, le 2 e poi le 3 e le 4 di tutto l’ultimo anno. Il mio dubbio: più precisamente è: io alle 6 vado da lei e la allatto, la prendo come se si stesso alzando, le parlo, la porto in giro pe rla camera, ma quando poi la metto al seno lei ricrolla. Non vorrei confornderla in questo modo. Ma se anche tu facevi così … (più o meno, con la variante del biberon…) forse è l’unica alternativas, perché alle 6 non mi sembra affatto intenzionata a riaddormentarsi da sola e significherebbe lasciarla piangere ore o (come è capitato una notte) lasciarla comunque sola (anche senza pianto ma sicuramente sveglia – pianto intermittente). questo mi ha fatto troppo soffrire.
Grazie e spero di avere altre esperienze
Maria
erica says
io l’ho letto ed ho usato il metodo con tutti i miei tre bambini.
secondo me se la mamma è serena e tranquilla e pensa che questa sia la scelta giusta, il bambino lo percepisce e non si sente abbandonato.
i miei bambini hanno 8, 7 e 5 anni e mezzo e non hanno riportato alcun “trauma”.
un saluto erica
CARLA says
Un metodo vincente??? ma per cortesia!! lasciare piangere un bambino sarebbe vincente?? Cosa pensereste voi se urlaste aiuto e nessuno vi desse retta? se qualcuno vi dicesse “arrivo tra 4 minuti!!”?? ci credo che alla fine si addormentano, sono stremati, e rassegnati!! CHE BRUTTA COSA RASSEGNARSI AL FATTO CHE LA MAMMA NON C’è!!!!! io voglio che i miei bambini si addormentino sereni e sicuri che lamamma è sempre con loro. E ho 2 bambini, il primo di 2 anni e mezzo dorme sereno nel suo lettino, me per farlo addormentare gli tengo la manina e gli leggo una fiaba, non lo lascio piangereeeeeeeeeeeeeeeee, mai fatto!!!!!! e la seconda di 6 mesi già dorme ci sono altri metodi di insegnamento! poi, “se vedete che ha vomitato pulite e fate finta di nulla” (o qualcosa di simile) ….ma vi rendete conto lasciare piangere un bambino fino a vomitare?!!!!!!!!! siamo mammiferi, in nostri bambini hanno bisogno della mamma. e se avete bisogno un metodo dcente leggete TRACY HOGG.
SALUTI CARLA
Moma says
Ciao Carla, mamma mia quanto sei “arrabbiata”!
Da quello che scrivi mi pare di capire che tu non abbia letto nè il libro, nè il lungo scambio che c’è stato tra le mamme riguardo a questo metodo.
Ti dirò la mia per la centesima volta 🙂
Innanzitutto non è vero che la mamma non c’è. La mamma c’è e come…semplicemente non accorre al primo lamento…ma dopo poco va e rassicura il bambino. anche i miei figli sanno che ci sono, si sentono rassicurati e protetti e mai da quando sono nati si sono sentiti abbandonati.
Vedi…ci sono due scuole di pensiero. Chi accorre al primo lamento, come fai tu, a mio modesto parere sta insegnando al bambino a “non crescere”. Al primo problema è come se tutti gli stessi dicendo “non voglio che nella vita impari a rafforzarti, a crescere, ad essere autonomo, a capire che puoi addormentarti serenamente da solo…per qualunque problema, c’è mamma che ti risolve il problema”. E anche un’altra cosa: nei bambini piccoli, il pianto è il loro modo di comunicare, di parlare…e non permettergli di farlo è come azzittirli.
Questo è il mio punto di vista. Io non li abbandono ma allo stesso tempo il mio primo compito come madre è amarli e cercare di renderli autonomi, di dare loro la sicurezza che gli permetterà nella vita di sentirsi tanto forti da risolvere i problemi autonomamente. Per me intervenire sempre e evitandogli di soffrire, di affrontare un problema, di arrabbiarsi ma imparare a calmarsi da soli, significa farli crescere sotto una campana di vetro, in un utopico mondo rosa dove non ci sono soffeerenze e dove, se mai si presentassero, ci pensa mamma a risolvere tutto.
Punti di vista…
Grazie comunque per la tua opinione, sempre rispettabile 🙂
carla says
Allora in primo luogo voglio specificare che il mio “accanimento” non è certo contro “te” ma contro estivill. In secondo luogo non ho letto tutti commenti qui sotto,è vero, ma il libro si, l’ho letto perchè mi è stao regalato. L’ho letto tutto mentre ero incinta del primo figlio, e ai tempi mi sembrava una buona metodologia. Ma poi crescendo e amando il mio bambino non ho mai pensato di lasciarlo piangere volutamente, nemmeno con me fuori dalla porta. La storia della manina è bellissima secondo me , lui mi chiede la manina e poi a un certo punto quando è ben rilassato me la lascia lui e si gira e dorme sereno come un angelo tutta la notte. Io ho dormito nel lettone dei miei genitori fin oltre i 10 anni, e sono i ricordi più belli che ho della mia infanzia. Ora, non dico che i miei bambini devono dormire tutta la notte nel lettone, ma una sana via di mezzo! Una manina tenuta per 5 o 10 minuti per aiutarlo a dormire sereno che male fa? Il pianto si che lo fa crescere insicuro e pieno di paure! Paura che la mamma non corre in suo aiuto! Lo sai che i bambini che stanno tanto a contatto con la mamma, attraverso allattamento, marsupi e co-sleeping son quelli che nella vita cresceranno più autonomi e sicuri di sè?
Moma says
Non c’è nulla di male a tenere la mano al proprio figlio, lo faccio anche io, è un gesto d’affetto, una coccola di cui hanno bisogno. La differenza è che io dopo la manina, la favoletta, baci, abbracci (che i miei figli ricevono OGNI sera prima di andare a letto) mi allontano quando sono ancora svegli. Loro stanno sereni, non hanno paura a rimanere da soli per addormentarsi. Rimangono a letto, a volte chiaccherano, ridono, oppure stanno in silenzio finchè non si addormentano. E per farlo non hanno bisogno della presenza della mamma, che li ha già salutati, coccolati e rasserenati sulla sua presenza. Il sonno è qualcosa di naturale per il bambino e imparare a farlo da solo senza aver paura è dargli semplicemente una piccola iniezione di autostima che non può che fargli bene.
La differenza è che se poi tu una sera non ci sei il bambino non è in grado di addormentarsi perchè non ha la tua manina. Cioè si rischia di creargli un’abitudine che se un giorno dovesse mancare, gli impedirebbe di addormentarsi serenamente.
E anche all’asilo nido…la maestra non potrà tenergli la mano per farla addormentare e quindi avrà più difficoltà.
E a proposito di asilo, vale lo stesso discorso. Anche quando si cominciano a portare i figli a scuola il 99% delle volte i primi periodi piangeranno. E in quel caso? Non la lascerai piangere?
carla says
no, non condivido. Mio figlio va al nido da quando ha 11 mesi. Lì si addormenta tranquillo con il suo orsetto, con tutti gli altri bambini intorno. Non ha mai avuto problemi a farlo, la maestra non mi ha mai detto “ha fatto fatica ad addormentarsi”. Così anche se io non ci sono : mi capita di uscire per una pizza con le amiche, lo mette a nanna il papà e la mano gliela dà lui! O come quando sono stata in ospedale perchè è nata la sorellina: ha dormito un paio di notti a casa di mia sorella, e non ha avuto alcun problema. Perchè? perchè è un bambino sereno, sicuro di sè e tranquillo, proprio grazie ai suoi genitori che gli tengono la manina, che sono sempre presenti per lui e che non lo lasciano piangere MAI
Moma says
Si, ma sono sereni anche i miei perchè sono sicuri della mia presenza e del mio amore. Lasciar piangere un bambino qualche minuto non significa abbandonarlo. Non permettergli mai di piangere invece secondo me significa tappargli la bocca e non lasciare che si esprima (perchè, ripeto, da piccoli, quello è il loro linguaggio) ma soprattutto non insegnargli a gestire e a superare i dolori. La vita purtroppo è fatta anche di dolori e di sofferenze e fin da piccoli secondo me è dovere di un genitore insegnare loro che possono essere in grado di superarli da soli, che possono farcela, che sono forti, che devono credere nella loro forza di volontà. Il tutto supportato dal sapere che il genitore c’è se ne hanno bisogno e se non proprio ce la fanno…e non da un genitore che risolve loro ogni problema senza insegnarli a superarlo da solo. Io amo i miei figli più di ogni altra cosa e loro lo sanno e lo sentono ma la mia più grande forma d’amore è aiutarli a crescere sereni e ad essere indipendenti e non ad avere qualcuno che accorre alla prima lacrima, a risolve il problema al posto loro (cosi loro non impareranno mai ad affrontarlo) o a farli vivere sotto una campana di vetro.
Ognuno in fondo ha il suo metodo…solo in futuro potremo vedere il risultato delle nostre decisioni e vedremo se i nostri figli saranno cresciuti in modo sereno e consapevoli di potercela fare da soli nella vita 😉
Moma says
PS Un’altra cosa che non condivido. Addormentare il bambino tenendogli la mano. il bambino chiude gli occhi sapendo che la madre è li presente e gli tiene la mano. E se si sveglia in piena notte e vede che quella mano non c’è più? Quello si che è un trauma! Mi addormento con una presenza che mi protegge ma mi sveglio e quella protezione è sparita e io sono solo!
E’ come chi li addormenta nel letto dei genitori e poi li trasporta nel lettino. il bambino si addormenta in un letto e si sveglia in un altro. E come se un adulto si addormentasse a Roma e si risvegliasse a Tokio…tu pensa che trauma sarebbe!
Il bambino che si addormenta da SOLO, anche dopo aver letto una fiaba per carità (non c’è nulla di male), se si risveglia da solo, si ritrova nella stessa situazione della sera, nulla è cambiato all’improvviso e senza che lui se ne accorgesse. E tutto sarebbe logico e naturale…
carla says
volevo rispondere sopra per dare continuità ma non sono riuscita. Vedo che restiamo ognuna del proprio parere, come d’altra parte è giusto che sia. é comq bello e stimolante il confronto. Ti saluto e se posso permettermi visto che anche Tracy Hogg è tra i tuoi post…. alle mamme a cui consigli una lettura consiglia di più lei…;-) ti saluto!
papà sereno says
non ha senso accanirsi contro una teoria a priori.
se magari tu sei stata fortunata non vuol dire che il tuo metodo è quello esatto.
lA NOSTRA BAMBINA NON HA PIANTO PER PIù DI UNO DUE MINUTI.
E DORME TUTTA LA NOTTE PRIMA QUANDO SAPEVA CHE AL PRIMO ACCENNO ANDAVAMO DA LEI SI SVEGLIAVA OGNI MEZZ’ORA.
quindi prima di giudicare impara a documentarti.
il bambino non si rassegna al fatto che la mamma non c’è ma capisce solamente che è ora di fare la nanna senza ROMPERE!!!!
viene lasciato da solo nella cameretta e felicemente si mette a dormire e la mattina si sveglia con il sorriso e anche noi finalmente riposiamo.
se vuoi che i tuoi figli non sappiano affrontare le proprie paure ansie e problemi da soliu e rimangano piangioni e mammoni fai pure io non ti giudico e anche tu dovresti fare lo stesso!!!!
barbara says
ottimo articolo… io dopo un mese insonne ho comprato il libro e ha funzionato… ora mi sento una mamma felice dopo aver rischiato la depressione post parto … sono perfettamente daccordo con te su tutto…
Oggi giacomo ha due mesi e mezzo e dorme tutta la notte
Liana says
una pagina davvero utile e interessante! anch’io affronto ogni giorno, o meglio ogni sera, il nodo spinoso della ninna con mia figlio. Devo dire che lui non ha mai avuto un bel rapporto con il lettino visto che lo ha sempre rifiutato sin da quando aveva un mese di vita: era impossibile lasciarlo lì… dico solo che oggi ha 5 anni e la ninna con la mamma è l’unica cosa che mi abbia mai chiesto! mai chiesto giocattoli o cioccolatini, ma la ninna con me, quella altrochè!!
ornella says
ciao!
purtroppo non ho avuto tanto tempo per leggere tutti i commenti (anche se davvero mi piacerebbe tanto sapere cosa pensa la gente di questo famoso metodo) però si, nella mia vita di mamma, tempo ne ho avuto per leggere e studiare sul metodo estivill……..
sapete cosa imparano i bambini??non a dormire, imparano a capire che quando piangono non c’è nessuno che soddisfa i loro bisogni, e di conseguenza che non meriatno attenzioni,affetto…etc…….
a parte la segregazione di cortisol, ormone dello stress, che è assolutamente dannoso e tossico per un bimb@.
questo sarebbe solo un’introduzione….
peccato di non avere mai abbastanza tempo
per favore, DORMITE CON I VOSTRI FIGLI!!!
Moma says
Ciao Ornella,
peccato tu non abbia tempo di leggere tutti i commenti, spero che un giorno potrai farlo perchè vengono affrontati proprio i temi che tu dici.
Personalmente sono una delle mamme a favore del metodo Estvill. E se è vero che lo hai letto e studiato, dovresti sapere che non è un metodo in cui il bambino viene lasciato piangere fino a che non crolla. Il bambino dopo qualche minuto riceve le attenzioni della mamma e le sue parole rassicuranti. Il bambino non viene abbandonato come tu dici. Quindi i suoi bisogni vengono soddisfatti ma, allo stesso tempo, si cerca di insegnare al bambino che può addormentarsi serenamente da solo e che questo non deve fargli paura. Io penso che il compito principale di un genitore debba essere quello di insegnare al bambino ad essere autonomo, fargli capire che può serenamente farcela da solo. Spingerli all’autonomia e non farli vivere sotto una campana di vetro dove, per ogni problema, c’è mamma che risolve.
E dormire con i figli non li aiuta a rendersi autonomi e a crescere, secondo me.
I miei figli si addormentano da soli, molto serenamente, senza paura nè incubi e dormono nella loro stanza da quando sono nati.
Infine ricordiamoci che, come dice lo stesso Estvill, che se si sta con il bambino fino a quando non si addormenta o se, peggio, lo si fa addormentare nel letto dei genitori e poi si sposta nel suo lettino, questo sì che può spaventarli. Si addormentano con un genitore e si svegliano di notte da soli. O si addormentano in un letto e si svegliano in un altro. Questo può destabilizzarli e spaventarli. Pensa se tu ti addormentassi a Roma e ti risvegliassi a Parigi! Non ti spaventeresti?
un bambino che si addormenta nel proprio letto da solo e si risveglia in piena notte nella stessa condizione, non ha paura.
Grazie comunque per la tua testimonianza 🙂
Moma
Giulia Casinori says
Per quanto possa sembrare brutale, è un metodo che funziona se applicato gradualmente! Ve l’assicuro,
Giulia
Mamma di Cico says
Ho letto con molta attenzione Fate la nanna e credo che se un metodo(qualunque esso sia) va a confliggere con la tristezza della mamma (tu stessa Moma dici che hai pianto), esso sia da escludere.
Con mio figlio ho fatto holding e ho ottenuto risultati straordinari, anche in altri campi oltre quello del sonno…
Se volete saperne di più c’è un bellissimo blog:
http://fate-la-mamma.blogspot.com
Auguri a tutte voi!
Moma says
Ciao Cecilia, grazie per il tuo contributo 🙂
Non sono però d’accordo sul discorso della sofferenza della mamma. Nel caso della nanna, mio figlio aveva meno di un anno. E’ vero, io piangevo in salotto, ma non quando andavo da lui in camera, ci andavo con il sorriso.
Se ci pensi sono molte le situazioni nella vita che fanno star male una mamma, eppure non ci si tira indietro di fronte a un figlio. Fa male anche vederli piangere i primi giorni che li lasci a scuola…eppure non ti riposti il bambino a casa. Fa soffrire vederli star male per una malattia, eppure la mamma cura il bambino. Farà male vederli soffrire per amore, per un brutto voto a scuola, per un disagio in famiglia…eppure tutte queste situazioni si affrontano.
Penso anche che, in generale, quando il bambino è più grande, faccia loro “bene” venire a contatto con il dolore, vedere che anche gli adulti soffrono, capire che la sofferenza fa parte della vita, che si può elaborare e superare.
Far vivere i bambini in un mondo di sorrisi dove tutti fanno finta che vada sempre tutto bene, non credo dia loro un senso della realtà.
Grazie comunque per la segnalazione del blog 😉
A presto
Moma
giulia says
Grazie ragazze per i vostri consigli, devo dire che le ultime tre notti Davide mi ha fatto tutta una tirata dalle 9 di sera alle sei e mezza,una mattina, e sette un altra…lui dopo non si riaddormenta,mi dorme poi direttamente a metà mattina.
alle sei e mezza in effetti è un po presto per me ma penso che per lui vada bene considerato che non si sveglia neanche una volta di notte!il problema era in effetti che per qualche notte si era svegliato alle cinque cinque e mezzo, SENZA riaddormentarsi nonostante applicassi il metodo, ma forse era una fase di assestamento del metodo anche per lui, ora son già dieci giorni e i risultati sono grandiosi, io e mio marito ancora non ci crediamo!!
Grazie per i consigli a tutte, vi farò sapere se continua ad andare bene!baci!!
Lucia says
Ciao Giulia e ciao a tutte..è passato un bel po’ di tempo da quel periodo, Tommaso e le sue abitudini sono cambiate e ad essere sincera non ricordo benissimo come ho risolto il problema..ricordo che anch’io gli davo il seno al buio nella sua cameretta e poi lo rimettevo giù..dormiva un’altra oretta e a quel punto lo tiravo su..non lo lasciavo piangere a quell’ ora..poi deve aver smesso di svegliarsi cosi presto……….come di farmi tutta la notte! 🙁
Confesso che ancora a 21mesi si sveglia un paio di volte per notte..forse non sono stata abbastanza brava e decisa, forse è solo sfortuna…ammiro e invidio chi c’ è riuscita e ti auguro di essere più fortunata! Certo è che se il metodo non ha risolto il problema dei risvegli notturni, ha almeno migliorato quello dell’ addormentamento! Baci!
giulia says
Ciao a tutte, sto usando da una settimana il metodo Estivill e ne sono contentissima, perchè Davide che prima ci metteva un ora ad addormentarsi o con la tetta o con il biberon o in braccio e poi si svegliava venti volte per notte ORA si addormenta in due minuti solo nel suo lettino e mi fa una tirata unica o al max se si sveglia di notte si lagna qualche secondo poi si riaddormenta, DA SOLO! Però il problema è che la mattina si sta svegliando molto molto presto, tipo le cinque e mezza, le sei…ho letto che Lucia ha avuto lo stesso problema, posso chiederti se l’hai risolto?si è risolto da solo? e cosa facevi lo tiravi su o lo lasciavi piangere?perchè io lo lascio piangere andando ogni tot minuti fino alle sei e mezza, ma a volte si sveglia anche alle cinque, e non so che fare perchè poi mi si sconvolge anche gli orari dei pisolini diurni perchè non ha dormito abbastanza!
Spero che leggiate ancora questo post perchè nel libro non c’è scritto come affrontare questo caso, e finora ho trovato solo Lucia che ha avuto il mio stesso problema!
Ho provato varie strade, lasciarlo piangere, darlgi il biberon alle sei e poi rimetterlo giu, tenerlo su sveglio,ma poi alle otto di mattina mi crolla in divano e non va bene neanche quello perchè non dorme poi in mattinata e arriva a pranzo distrutto…insomma se chi c’è passato ha trovato una soluzione, AIUTATEMI! ditemi la vostra esperienza e se ci vuole solo piu tempo perchè si abitui o se mi devo rassegnare a svegliarmi alle sei tutte le mattine!!!ah, il mio bimbo ha 12 mesi!
Grazie spero qualcuno possa darmi un consiglio!
Moma says
Ciao Giulia, nell’attesa che ti risponda (spero) Lucia, posso solo dirti che anche mio figlio si svegliava come un orologio svizzero alle 6.20. Io gli davo il biberon nel lettino e poi lui si rimetteva a dormire un paio d’ore.
Anche se poi a metà mattina non ti dorme più (e considera che man mano che cresce il pisolino di metà mattina non lo faranno più comunque) non importa…l’importante è che ti faccia tutta la notte 🙂
Paola Slotini says
In pratica la mia esperienza è analoga ma non ho mai impiegato un libro di metodi.
alessia says
NN ESISTE UN METODO SBAGLIATO di educare i figli a fare la nanna ogni bambino è diverso…
alessia says
trvo questo metodo crudele…se un bimbo piange un motivo c è…a volte anche l ansia della mamma fa si che il bimbo cerchi di piu il contatto…perchè negarlo??? mio figlio ha dormito nel mio letto fino a 5 mesi…solo cosi dormiva tutta la notte…adesso che ha 10 mesi a volte dorme ancora nel lettone ma si stA RENDENDO CONTO DA SOLO NONOSTANTE SIA PICCOLO CHE NEL SUO LETTINO STA MEGLIO.. cosi adesso un po alla volta dorme qulche ora nel suo lettino…sono felicissima di averlo fatto dormire nel mio letto…questi anni in cui puoi coccolARTELI POI NN RITORNANO PIU…è GIUSTO FARE QUALCHE SACRIFICIO E DARGLI LA SICUREZZA CHE CI SEI POI QUANDO SARANNO GRANDI NEL TUO LETTO NN CI STARANNO PIU E ALLORA RICORDERAI CON TENEREZZA QUESTI MOMENTI…
Moma says
Non sono d’accordo. Io spesso trovo crudele non lasciare che un bimbo piange, perchè il pianto è il loro modo di esprimersi da piccoli. Sarebbe come tappargli la bocca. Inoltre non si tratta di una forma di abbandono, il bambino non va lasciato piangere finchè si sente estenuato e si addormenta (questa sarebbe cattiveria). E’ un modo per insegnargli a diventari autonomi e sereni nel sonno, a fargli capire che la MAMMA C’E’ ma che ce la possono fare da soli, proprio perchè la mamma non li abbandona.
I miei figli, ai quali ho applicato il metodo, dormono sereni e nella loro camera da sempre, senza il terrore di essere abbandonati. Sono stati e saranno sempre amati e coccolati, ma se si avegliano in piena notte si riaddormentano serenamente da soli senza il terrore che il genitore non ci sia.
Tu sei stata fortunata. Molte mamme li fanno dormire nel letto, e nel letto ce li hanno ancora ora che i bambini hanno 5 anni, con il risultato che i genitori non hanno la propria intimità, che il figlio si sente insicuro ed è terrorizzato a dormire da solo nella sua stanza e senza capire perchè all’improvviso, dopo anni nel letto del genitore, ora viene messo in un’altra stanza. Se l’abitudine viene data dal primo giorno, per il bambino sarà naturale dormire nel suo lettino e avere il proprio spazio, come è giusto che sia.
Inoltre i motivi che spieghi alla fine, trovo che siano tutti orientati a te e non al bambino…sei tu che sei felice di farlo dormire con te, sei tu che ne approfitti adesso perchè da grande non ti farà più le coccole ecc.
Ripeto, sei fortunata se tuo figlio spontaneamente andrà a dormire nel suo lettino, ma la maggiorparte delle volte questo non accade e i figli vanno educati al sonno, cosi come si insegna loro a mangiare, a essere educati o a fare la pipì nel vasino. E lasiare che si esprimano, facendo sentire loro la sicurezza della presenza del genitore, non è crudeltà, è dargli serenità e sicurezza nel loro processo di autonomia. Quindi un gesto di grande responsabilità e affetto da parte di una mamma
Stefania says
Finalmente qualcuno che mi dà più fiducia sull’aver applicato Estivill. Intanto grazie a tutte voi. Avevo bisogno però di un consiglio… premetto che mia figlia ha 7 mesi e mezzo e NON HA MAI DORMITO BENE, nottate allucinanti, giornate peggio.. lei così piccola e già con le occhiaie..prima quando poppava era sempre nel lettone attaccata al seno, poi da quando non poppa più, l’ho sempre addormentata nel lettino ma standole vicino ad accarezzarle la schiena e a cantarle mille ninne nanna assistendo per mezz’ore intere alla sua lotta contro il sonno. Dopodichè dormiva 2 – 3 ore e poi via coi risvegli anche 10-20 per notte. Io un mostro, mio marito uno zombi, ci guardavamo con odio, e a volte, in piena notte me la prendevo anche con mia figlia apostrofandola con le peggiori parole!! Per non dire che ho provato pure migliaia di infusi, gocce, tisane … spendendo capitali!Fino a che 5 giorni fa ho preso il libro che tenevo in casa da diverso tempo e che dopo un primo tentativo fallito mesi fa mi ero detta “non ce la faccio”. Bene, 5 giorni fa ho iniziato..sia per la notte che per i pisolini diurni, e diciamo che piange sempre dalla mezz’ora al quart’ora prima di addormentarsi (ovviamente io vado secondo i tempi stabiliti per farle capire che ci sono, che la amo e che le sto semplicemente insegnando a dormire), i risvegli sono diminuiti, nel senso che si sveglia dopo 3 orette, le dò il biberon, si riaddormenta, poi si risveglia verso le 3emezza/4, a quel punto le parlo dal letto dicendole “fai la nanna amore che la mamma è qui”, lei piagnucola ma dopo un pò (non più di mezz’ora durante la quale continuo a parlarle ogni tot minuti ma senza avvicinarmi) si riaddormenta e tira fino a circa le 7emezza/8. Tirando le somme, per noi questa è una manna e va benissimo, l’unico mio pensiero e preoccupazione è: come mai quasi tutte le altre mamme risolvono dopo 4 giorni, ed invece la mia (che è una peperina) continua a piangere quando la metto nel suo lettino rispettando comunque il rituale, anzichè addormentarsi senza piangere? Io quando la metto a letto e piange mi sale l’ansia..mi dico ma come mai non ha ancora capito che anche se piange non la prendo? In cosa sbaglio? La sto traumatizzando? Sottolineo che tutte le volte vado in camera e la rassicuro, non la faccio mai piangere per più di 10 minuti… ma quanto dura Estivill? Mi potete aiutare? Grazie infinite…
Moma says
Ciao,
intanto è già positivo che tu stia ottenendo dei risultati 🙂
Per quanto riguarda i giorni, mi pare di ricordare (ma il libro l’ho letto più di 5 anni fa) che Estvill sosteneva che il problema si sarebbe risolto in una settimana circa…e circa vuol dire anche 10 giorni.
Mi pare fosse scritto all’inizio o nella prefazione…se hai il libro in casa prova a ridare un’occhiata.
Io ci ho messo 4 giorni, mio figlio aveva 9 mesi allora e si svegliava più di 20 volte per notte. Ma l’ho seguito alla lettera, non ho ceduto neanche una volta (tipo: vabbè per una volta lo prendo in braccio). Ma non tutti i bambini sono uguali, c’è chi ci mette di più. Io non dispererei…vedrai che andrà sempre meglio anche perchè la situazione sta già migliorando. piano piano smetterà di piangere, quando si sentirà sicura e serena nell’addormentarsi da sola, vedrai.
Poi ci sono bambini che hanno un vero e proprio disturbo del sonno e lì il metodo non funziona. Il metodo Estvill funziona solo su bambini che non dormono perchè sono stati educati male a dormire dai genitori.
Facci sapere fra qualche giorno come va, ok?
Intanto in bocca al lupo 😀
Moma says
Ciao Lucia,
si certo che mi è capitato. e sul libro stesso c’è un capitolo che riguarda proprio il momento in cui si ammalano, che fa riprendere inevitabilmente il vizio al bambino di chiamare la mamma.
Io ho seguito quello che suggeriva il libro.
Cioè, quando mi è capitato che stessero male, per misurargli la febbre, o dare loro la tachipirina, o soffiare loro il naso, ovviamente li prendevo in braccio (e ci scappavano anche un po’ di coccole a dire la verità 😉
Ma appena guarivano, ricominciavo subito con il metodo. Se lo hanno già assimilato, servono solo un paio di notti per farglielo “ricordare”.
Altrimenti stai sicura che i bimbi se ne approfittano e magari imparano anche a fingersi malati pur di avere attenzione.
Il mio consiglio è assolutamente di riapplicare il metodo appena puoi, esattamente come prima, stessi tempi, stessi pupazzi ecc.
Vedrai che funzionerà 🙂
LUCIA says
Ciao Valentina,
scusa se ti scrivo ma mi sento di chiederti nuovamente un consiglio (sempre se hai passato anche tu una situazione simile)
Ovviamente, appena cominciavano ad andare meglio le cose per la nanna, Tommaso si è ammalato. Febbre, raffreddore, tosse…..il metodo rigido è ovviamente cambiato, perchè NON ME LA SENTIVO di lasciarlo piangere sapendo che stava male (soprattutto di notte fonda intendo), che se lo tiravo su continuava a piangere perchè non riusciva proprio a respirare….
Forse ho un po’ esagerato?! siamo tornati all’addormentamento in braccio dopo i risvegli, addirittura ad un paio di notti nel lettone (per poter dormire tutti qualche ora!!!)
e ora?!? sta ancora maluccio e ho paura che abbia ripreso il vizio, nel senso che ha ricominciato a svegliarsi di notte e solo il braccio lo calma…. è successo anche a te?
La mia intenzione sarebbe quella di aspettare che stia bene (ha anche una dermatite acuta sulla schiena) e poi ricominciare di brutto con la tabella dei minuti etc etc
Secondo te…..devo cambiare i rituali, gli oggetti della nanna o continuo con gli stessi? o lui li ha associati alla situazione “ok, mi addormento da solo ma quando piango la mamma viene e mi prende in braccio?!”
Grazie in ogni caso e cerca di capirmi, in certe situazioni ci sentiamo così inadeguate e insicure!
LUCIA says
Eccola!
Ti scrivo in merito a dei dubbi che abbiamo…
Premetto che domani è una settimana che usiamo il metodo con il nostro piccolo di 9 mesi….e i risultati si sono visti! Sin dal primo giorno (nonostante la sofferenza nel sentirlo piangere e lamentarsi) ci siamo sentiti convinti che fosse la cosa giusta…Tommaso ha cominciato a dormire di più e si sveglia meno nervoso.
I problemi restano due. La sveglia mattutina e i riposini diurni. Ti spiego.
La “messa a letto” serale funziona direi ormai bene…ieri sera non siamo nemmeno dovuti rientrare e dopo neanche 2 min dormiva già….la notte non si sente….o se si sente si lamenta un po’ e si riaddormenta da solo in pochi minuti ( tieni conto che era un bimbo che si svegliava anche 15 volte per notte…e non gli andava bene la cullata, la tetta, il lettone etc etc…quindi va benissimo così) PERO’ si sveglia prestissimo…..e cosa dobbiamo fare? considerarlo un risveglio notturno (quindi aspettare..entrare…rassicurarlo,dirgli che va tutto bene etc etc e poi uscire) o considerarla la sua sveglia e tirarlo su? tieni conto che è a letto verso le 21 e si sveglia alle 5.30….5.45….6.30 se va bene!
Secondo problema…i riposini diurni…lui ne fa ancora due, metà mattina e dopo pranzo….in teoria dovrei applicare lo stesso metodo no? Beh, se per la sera va bene….di giorno è un disastro!!! Aspetto che dia segni di stanchezza, lo porto nel lettino con il suo pupazzo etc etc…e lui piange, urla per un minimo di mezz’ora (con me che entro e rientro etc etc), si addormenta…ma dopo mezz’ora è già sveglio di nuovo….e sono sicura che non gli basti!!! che devo fare? riprendere “l’entra esci” o considerare finito il riposino??
Ah…e un’altra cosa…i rientri nella cameretta con tanto di minuti….vanno fatti se lui piange continuamente o in ogni caso finchè non si addormenta?
Grazie infinite!
LUCIA says
Ciao! Leggi e rispondi ancora a questo blog?
Sto applicando il metodo e avrei bisogno dei tuoi consigli!!!
akari says
@Serena Ciao, intanto ti rispondo io che non ho letto il libro ma ho una bimba di 6 mesi che fatica ad addormentarsi ed uno di quasi 3 anni che dorme beato per nostra fortuna 🙂
Personalmente cerco di applicare il metodo di Tracy Hogg: mai far addormentare la cucciola in braccio, ma riconoscere i segnali che è stanca, ad esempio sbadigli, stropicciamenti di orecchio, oppure gira la testa se le metti giochini davanti. Secondo la Hogg al terzo sbadiglio la bimba va messa nel suo lettino, ancora sveglia, deve riconoscere il luogo dove dorme :). Prova ad immaginare come ti sentiresti tu se ti addormentassi in un posto ed al risvegli ti trovassi in un altro!
Se quando la metti giù riprende a piangere aspetti un poco, poi la prendi la calmi e la rimetti giù, così fino a quando non si addormenta… Dovrebbero bastare 3 giorni perchè la bimba prenda il ritmo. La mia la sera così si addormenta senza troppe storie.
Detto ciò io sto provando ad applicarlo anche la notte, perchè la mia si sveglia alle 01, alle 03 e via dicendo, é abituata a mangiare ma pensando più di 9kg non ne ha davvero bisogno! Purtroppo avendo troppo sonno non son brava ad esser continuativa, ma ce la farò!
E anche tu Serena 😉
Poi magari Moma tra poco ti da i suoi consigli relativi al metodo fate la nanna e vedrai tu quale è più consono per te e per la tua piccola 🙂
Ah! Benvenuta sul Mercatino dei Piccoli!!
Serena Civello says
Ho dimenticato di dire che Rebecca dorme 8-9 ore perchè si addormenta sfinita verso le 5-6 del mattino e si sveglia verso le 12-13…ovviamente con la poppata di mezzo verso le 9-10 del mattino.. gRazie ancora per la pazienza…Ciao a tutte… Sere
Moma says
Ciao Serena,
leggendo ciò che hai scritto, penso ci siano due problemi fondamentali. Rebecca dorme negli orari sbagliati (dalle 6 della mattina alle 12), come se ancora non distinguesse il giorno dalla notte, cosa che puoi abituarla a fare decidendo degli orari e oscurando la luce di notte e lasciandola dormire alla luce di giorno. L’altro problema è sicuramente che è sbagliato addormentare i bambini in braccio, consiglio dato da qualunque metodo tu decida di applicare. Non è che Rebecca vuole addormentarsi in braccio, lei se ne approfitta perchè tu le hai dato questa abitudine. Anche se piange un po’ devi lasciarla giù, magari le parli dolcemente…ma non tirarla su. E vedrai che si addormenta nella culla, non si risveglierà subito, perchè non passerà dalle braccia della mamma al lettino.
Io ti consiglio comunque di comprare il libro e leggerlo, male non ti farà. Magari non seguirai tutto alla lettera ma potrai prendere degli spunti interessanti. E’ meglio che tu ti faccia un’idea tua, piuttosto che sentire le voci delle mamme. Io ho applicato il metodo e i miei figli dormono 12 ore la notte e 2 ore dopo pranzo, senza piangere nè risvegliandosi. Come vedi per me il metodo funziona e non traumatizza affatto i bambini. Altre mamme la pensano diversamente, ma penso che non accettino il metodo perchè per loro è molto dura, e non per i figli. Comunque se hai la pazienza di leggere tutti i commenti a questo post, potrai vedere i vari punti di vista, i pro e i contro del metodo ecc. e farti un’idea più precisa. Io lo consiglio vivamente.
Facci sapere come è andata 🙂
Serena Civello says
Buongiorno a tutti…vi scrivo per poter capire un po’ di più su questo metodo di Fate la nanna…come potete vedere sono le 4.01 del mattino e sono sul pc a scrivere…questo perchè ho una bimba di quasi 4 mesi (li compie il 13 febbraio) che la notte non ne vuole sapere di dormire o meglio finchè è in braccio a me magari dorme anche ma non appena la appoggio nel suo lettino inizia a piangere fino a che non la prendo in braccio…Cerco di spiegarmi meglio, Rebecca, pur avendo neanche 4 mesi è una bimba attivissima…lei in un giorno di 24 ore mi dorme si e no 8-9 ore al massimo…il resto del tempo vuole che la tengo in braccio, che la intrattengo con canzoncine, giochini vari ecc. purchè stia sveglia, capita che magari, io sfinita la appoggio, durante il giorno nella palestrina e lei dopo un po’ che frigna si addormenta ma solamente per 10 minuti massimo mezz’ora.
Arriva la sera e verso le 9 le faccio il bagnetto, le do la poppata, ruttino ed eccola più attiva che mai, ride come una matta(e questo mi da una forza incredibile, perchè è bellissimo per me vederla ridere)ma di dormire non ne vuole sapere…e dopo averle dedicato un po’ di attenzioni inizio a cullarla tra le braccia e lei dopo un po’ si addormenta. La metto nel suo lettino e dopo 10 minuti eccola che piange fino a che non mi vede e non appena mi vede mi sorride e poi ricomincia a piangere finchè non la tiro sù.
Ecco che vi ho spiegato (molto probabilmente annoiandovi un po’) la mia giornata tipo (dedicata interamente ed esclusivamente alla mia cucciola) e ora non so più che fare. Mi sono documentata molto sul libro Fate la nanna e sinceramente non so che fare se comprarlo o meno, perchè se da una parte il mio desiderio di vedere mia figlia meno nervosa durante la giornata(appunto perchè dorme poco), dormire un po’ di più io (appunto per essere meno nervosa anche io durante la giornata) mi induce a comprare il libro e adottare il metodo, dall’altra parte sono restia nel farlo per le varie testimonianze di mamme, che dicono che è traumatizzante per il bimbo questo metodo e che ne potrà risentire nella sua crescita. A questo si aggiunge il fatto che è la Mia prima bimba e che non ho esperienza(anche perchè ho solo 23 anni)…Cosa mi consigliate? Sono pochi 4 mesi per iniziare questo metodo? In attesa di una risposta vi ringrazio anticipatamente…Sere
fana says
carissime mamme, il mio cucciolo ha quasi 2 anni e sebbene mi ritenga abbastanza fortunata in fatto di nanna mi piacerebbe proporvi il mio punto di vista. onestamente non sono del tutto favorevole al libro “fate la nanna” e non l’ho mai applicato alla lettera con mio figlio, anche se alcuni dei passaggi che il libro consiglia sono assolutamente di buon senso, come ad esempio il rituale che precede la nanna e le spiegazioni per cui è bene che il bimbo impari a dormire da solo. Non ho mai lasciato che i classici consigli “guarda che lo vizi” interferissero con il nostro modo di occuparci di nostro figlio…a volte sembrano veri e propri anatemi!e quando tommi era piccino l’ho sempre tenuto tanto in braccio, ma con un po’ di buon senso ci si rende conto che un bimbo dorme anche più comodo sul proprio lettino, soprattutto quando inizia a pesare e magari si fa avanti il caldo dell’estate…quello che sto cercando di dire è che non ne ho mai fatto una questione di principio, quanto di buonsenso.
trovo che sia certamente giusto insegnare graualmente al proprio bimbo ad essere autonomi, anche se nel libro non ho ritrovato una suddivisione soddisfacente per le varie età dei bambini.
c’è una gran differenza ad abituare un bimbo che non ha ancora la capacità di interiorizzare la figura della mamma, piuttosto che un bimbo più grande che può capire bene che la mamma è nell’altra stanza anche se non la vede.
inoltre c’è un periodo solitamente dopo l’anno di età in cui lafisiologia del sonno cambia, e per la prima volta i bimbi possono avere dgli incubi veri e propri sotto forma di immagini che li spaventano… ed in questi casi non tovo sia giusto applicare il metodo col cronometro alla mano, credo invece che a volte se serve sia più che doveroso fare un passo indietro e dimostrare più elasticità.
sono daccordo pienamente con quanto letto da più colleghe mamme che hanno scritto prima di me, dobbiamo entrare nella cameretta del nostro bimbo con serenità, e con la disponibilità di tranquillizzarlo…forse, se mi posso permettere, questo è un tasto che gli autori del libro hanno sviluppato scarsamente.
infine vorrei condividere con voi una frase molto suggestiva che ho sentito dall’ostetrica del corso preparto che ho frequentato “ricordate che la spinta che darete per far nascere vostro figlio non sarà certo l’ultima che dovrete dargli nella sua vita”! per quanto adoriamo tenere stretti a noi i nostri bimbi, è doveroso tenere conto del loro diritto di crescere e diventare gradualmente indipendenti, e personalmente trovo che sia coerente fare i conti con questa frase soprattutto da quando il bambino diventa in grado di camminare e di allontanarsi autonomamente da noi.
grazie alle fondatrici per questo bel sito!
Moma says
Grazie per il tuo contributo, lo sottoscrivo in pieno. Quello che hai scritto mostra, a mio parere, una grande intelligenza e una grande sensibilità da parte tua! Brava! 🙂
eleonora says
Grazie per le risposte e l’incoraggiamento, sono sempre utili e incoraggianti, sono una persona determinata e ho sperimentato la validità del metodo, ma a volte , specie in questo caso, non è sempre facile seguirlo.
Per ora mi sto attenendo più ai consigli, che al metodo vero e proprio :cerco di non prenderlo subito in braccio quando piange, ma gli parlo e lo consolo, e fortunatamente lui si calma!!! la notte funziona e la sera adesso si addormenta subito o cmq nel giro di pochi minuti, e riesce a dormire per sei o sette ore.il giorno i pisolini e le poppate sono troppe e non insisto , se dorme bene, altrimenti lo tengo in braccio, nella palestrina o nella sdraietta, e speriamo che crescendo tutto migliori 🙂
grazie a tutte
Cinzia says
Cara Eleonora, avevo il libro di Estivill proprio davanti a me nella libreria accanto al PC e ho dato un’occhiata: effettivamente consiglia di cominciare la routine dai 3-4 mesi, età in cui i piccoli cominciano a mutare il loro ritmo biologico di tre, quattro ore in quello di ventiquattro ore. Nel periodo precedente gli accorgimenti consigliati riguardano i trucchi per aiutarlo a distinguere tra veglia e sonno (come ad esempio non lasciarlo nella culla quando è sveglio, non oscurare del tutto la sua stanza durante i riposini diurni, non accendere lucine notturne di notte, non evitare del tutto i rumori durante i suoi pisolini e curare particolarmente che sia comodo durante la notte) e le cattive abitudini da evitare (come addormentarlo in braccio). Non ti scoraggiare, vedrai che rallentando un pò e rispettando i suoi tempi anche il tuo secondogenito imparerà ad addormentarsi sereno. Auguri 😀
eleonora says
ciao
anche io sono una sostenitrice del metodo Estevill, l’ho applicato quando la mia prima figlia avevva otto mesi, e ancora adesso che ne ha cinque dorme serena tutta la notte. Noi siamo stati fortunati perchè in una sola sera e con soli venti minuti risolvemmo il problema per quanto riguadava l’addormentarsi, poi quando la notte si svegliò alle cinque ripetei la stessa procedura che avevo usato per addormentarla la sera e anche lì nel giro di dieci minuti si riaddormentò serenamente. per noi fu una grande soddisfazione vedere la nostra cucciola serenamente addormentata non solo quella sera ma tutte le sere che poi sono susseguite. E’ sempre andata a letto volentieri e il momento della nanna lo ha sempre vissuto serenamente e con gioia.
adesso è nata una sorellina e convinta del metodo da quatrro giorni lo stiamo applicando anche con lui, che però ha solo un mese e mezzo. un pò mi sono scoraggiata perchè con lei fu davvero velocissimo ottenere il risultato voluto, con lui le cose stanno migliorando ma ancora piagnucola e non accetta il sonno di buon grado specie quando deve dormire di giorno.Allora mi sono venuti tanti dubbi, forse è ancora presto?
leggendo quello che ha scritto moma mi sembra di aver capito che anche lei lo ha usato per il suo secondo genito da subito, puoi darmi maggiori delucidazioni.
ciao e grazie
Moma says
Ciao Eleonora,
innanzitutto grazie per la tua testimonianza 🙂
Sì è vero, ho usato il metodo da subito, anche se i primi mesi devo dire che anche per me non funzionava molto. Se non ricordo male nel libro c’era scritto che non si poteva applicare prima dei tre mesi. Forse prima dei tre mesi, ancora non distinguono bene il giorno dalla notte, e poi fanno poppate troppo spesso, magari non prendono il ciuccio o non trovano nessun beneficio da un pupazzo che vedono a malapena e che non possono neanche prendere.
Fossi in te insisterei a metterlo nella culla e a non intervenire al primo vagito, ed eviterei di prenderlo in braccio (se possibile), ma a un mese e mezzo non applicherei il metodo alla lettera, lasciandolo piangere fino a 15 minuti. Sono sicurissima che fra pochissimi mesi si addormenterà come la sorella. Tieni duro 🙂
Moma says
Ciao Chiara,
lascio volentieri spazio a questa discussione perchè penso sia importante il confronto tra mamme. Fa sempre bene vedere anche il punto di vista dell’altro!
Mi dispiace solo quando sento parlare di metodo traumatico, senza spesso avere prove di questo e a volte addirittura senza aver neanche letto il libro…solo così, per sentito dire! E soprattutto, se i bambini avessero un trauma per ogni volta che piangono, staremmo freschi 🙂
E purtroppo credo che spesso si dia come giustificazione un trauma del bambino, quando il problema è che non ce la fa il genitore. Ma il fatto che non ce la faccia, non vuol dire che si stia facendo la cosa migliore per il figlio!
Grazie a voi per tutti i vostri commenti 🙂
Chiara says
Anch’io ho già espresso la mia opinione sull’argomento (nr. 8) e vorrei ringraziare Moma per lo spazio che ha lasciato alla discussione e per il tono che sta cercando di mantenere. Quando si parla del metodo Estivill in genere si assiste a una netta separazione tra chi lo appoggia e chi lo osteggia, sembra quasi una discussione tra interisti e milanisti (in quel caso io sarei la prima a essere faziosa :-), invece si dovrebbe tener presente che si tratta di metodi educativi che un genitore può scegliere di impiegare con un figlio, mentre di evitare con un altro, perché l’educazione è un cammino molto delicato che non può prescindere né dal bambino né dal genitore stesso ()e dalla condizione psicologica in cui questo si trova volta volta).
Soprattutto si dovrebbe evitare di condannare una scelta o l’altra, perché nessuno ha la verità in tasca ed è giusto e corretto che ognuno di noi possa fare le proprie scelte in santa pace, senza dover essere accusato di eccessiva severità (giusto nei giorni scorsi sono stata paragonata da una mamma fuori di testa alle maestre del nido di Pistoia perché ho applicato il metodo Estivill con mio figlio), né di eccessivo permissivismo (come dicevo sopra, ognuno avrà i suoi buoni motivi per non applicarlo).
Siamo qui per scambiare le proprie impressioni e cercare di aiutarci a vicenda, non per trascinare le sostenitrici della “parte avversa” dalla nostra parte.
Grazie ancora a Moma e alle altre mamme pacate e disponibili al dialogo.
Cinzia says
Care mamme, ho già scritto la mia opinione sul metodo in oggetto (vedi intervento 16) che è assolutamente positiva. Non si tratta affatto di una “traumatica escalation di pianto”, nè provoca ansia da separazione, anzi ha lo scopo e il risultato di prevenirla o mitigarla se già presente. C’é un’altra cosa che vorrei porre alla vostra attenzione: forse nel dare le nostre opinioni sarebbe utile utilizzare un atteggiamento non troppo giuducante ed etichettante.
Il metodo di Estivill può non essere adatto a tutti i genitori in quanto comporta un livello di gestione delle proprie ansie che non riesce sempre semplice, ognuno di noi ha esperienze di vita diverse e propri soggettivi punti di forza e di debolezza. Tuttavia “fate la nanna” fornisce uno strumento amorevole, gentile e molto graduale che può essere davvero molto utile a tanti genitori e soprattutto ai loro bimbi. Il mio non vuole essere un attacco a chi è scettico riguardo questo metodo ma un invito a riflettere sul fatto che forse è meglio essere bene e DIRETTAMENTE informati prima di bollare qualcosa che può cambiare in meglio la quotidianità di tante persone, soprattutto se la nostra opinione è basata su un “sentito dire”.
Auguri a tutte le mamme e ai loro cuccioli 😉
CARMENCITA says
Ci sono modi molto più dolci per addormentare il proprio figlio che questa traumatica escalation di pianto…
Insomma siamo mamme, mica bestie.
Avete mai provato a dare una routine alla messa a letto dei vostri figli? Qualche coccola, una fiaba o una ninna nanna.
Ci vuole pazienza, i risultati non sono immediati, ma sono decisamente migliori della terapia del pianto.
Inoltre, informatevi, questo metodo fa venire l’ansia da separazione ai vostri figli.
Io lo sconsiglio. Viva la dolcezza!
Moma says
Il metodo è esattamente quello che descrivi tu…routine, una coccola e qualche parola (oltre a un pelouche e molti ciucci, aggiungo) in più semplicemente non si consiglia di non accorrere al primo lamento (cosa che semplicemente insegnerà loro ad avere maggiore stima di sè, maggiore autonomia e magari ad essere nella vita meno lagnosi e viziati). e non è traumatico per il bambino piccolo (che tra l’altro proprio grazie al pianto può esprimere le sue emozioni. Per me infatti coccolarli ad ogni pianto per farli smettere di piangere equivale e non permettergli di esprimersi. Con i più grandi si può ragionare ed usare le parole). Il trauma è solo per la madre che non resiste al pianto del figlio. Ma in questo caso non volerlo applicare diventerebbe solo una scelta egoistica.
I miei figli ora dormono sereni, nessuna crisi di abbandono. Se cosi fosse non si addormenterebbero da soli ridendo e chiaccherando, piangerebbero e avrebbero risvegli e incubi tutta la notte per la paura dell’abbandono. Invece dormono 10-11 ore di seguito e con il viso sereno. Hanno semplicemente imparato che possono addormentarsi da soli e seneramente proprio perchè hanno la sicurezza che la madre C’E’…anche se fisicamente in un’altra stanza.
Come ultima cosa aggiungo anche che forse tu non hai avuto figli problematici. Mio figlio si svegliava anche 22 volte per notte riposando quindi molto. L’essere accorsa per nove mesi ad ogni pianto non ha risolto il problema, lo ha solo peggiorato. Con il tempo chiamava sempre di più. con il metodo, applicato ora sia io che lui dormiamo più sereni e le mattina ci sentiamo più riposati 🙂
Grazie per averci scritto e per averci dato il tuo parere!
PS Anche io sono dolce con i miei figli. Quindi su una cosa siamo d’accordo, viva la dolcezza 🙂
Moma says
Ciao Luigina,
ti ringrazio veramente tanto per la tua lettera. Come avrai letto nei commenti sopra io sono completamente favorevole al metodo Estevill ma sono altrettanto felice di confrontarmi con chi non la pensa cosi, soprattutto quando leggo anche le motivazioni che giustificano la tua scelta. Trovo sempre positivo un dialogo tra le mamme, un ascoltare i vari punti di vista e le varie esperienze che ognuna vive. E’ ovvio che ogni mamma fa le proprie scelte, che siano ragionate, che siano dettate dal cuore o dall’istinto materno…ogni mamma è libera di decidere e scegliere la via migliore per i propri figli. Poi se stiamo facendo la cosa giusta o meno, non possiamo saperlo ora…sarà solo il tempo a dircelo 🙂
Fatta questa premessa, mi piacerebbe dirti qual è il mio punto di vista riguardo alla tua lettera e a quello che hai scritto, perchè appunto su alcuni aspetti non la penso come te.
Iniziamo da alcune frasi che ho notato sparse qua e là e che hai scritto per motivare la tua scelta di non applicare il metodo! Leggo frasi come: “credevo di impazzire”, “mi sentivo in colpa quando piangeva”, ero “impaurita quando mi svegliavo e non lo vedevo vicino a me”, “mi fa piacere averlo nel letto”. Ecco, quello che ho notato è che la tua scelta forse è stata dettata innanzitutto dai TUOI sentimenti, dalle TUE paure, dai TUOI sensi di colpa…non dalle esigenze reali del bambino. Hai scelto di non applicare il metodo perchè questo faceva sentire meglio te. spessi si cade in questo tranello quando si crescono i figli secondo me, cioè si agisce più per i propri bisogni che per altruismo verso il proprio figlio. Riflettiamo su di loro le nostre ansie e le nostre paure e questo, personalmente, lo ritengo umano ma sbagliato!
Un’altra cosa su cui dissento è quando, in più di un’occasione parli di “amore”. Come se amare un figlio volesse dire tenerlo vicino nel letto o accorrere appena chiama. I miei figli hanno sempre dormito nella loro camera e nel loro letto e io accorrevo da loro se sentivo che c’era un pericolo reale (magari gli si incastrava un piedino fra le sbarre) o se stavano male (febbre, otiti ecc.) o se sentivo che avevano realmente bisogno di qualcosa. Altrimenti no! Anche la mia ti assicuro è una forma di amore. Amo i miei figli più di ogni altra cosa e so che loro si sentono amati e protetti lo stesso, anche se dormono nella stanza accanto.
E’ vero che siamo mammiferi ed è vero che gli animali tengono con sè i cuccioli per qualche tempo (molto poco a dire la verità). Perchè non appena i cuccioli sono in gradi di camminare, le mamme insegnano subito loro come difendersi da soli, come cacciare il cibo, come giocare (forma di lotta), come riconoscere i pericoli ecc. cioè gli animali stessi fanno di tutto per rendere i propri cuccioli indipendenti in tutto…e loro di certo non lo fanno perchè devono andare a timbrare il cartellino in un ufficio! Io sono convinta che i figli vadano accuditi e protetti ma penso che la più grande sfida di una madre, nonchè la più grande forma di amore sia proprio renderli autonomi. Perchè è con l’autonomia che migliorerà la loro autostima, che sentiranno di avere la forza di affrontare la vita, che impareranno a rialzarsi da soli e che saranno più sicuri di sè. E’ ovvio che poi ci sarà sempre dietro una madre che non li abbandonerà mai, che li accoglierà nel momento del bisogno. Ma un conto è sostenerli e fargli sentire che possono contare su di noi, un conto è che imparino ad appoggiarsi in tutto e per tutto ai genitori, anche per le stupidaggini. Sono convinta che in questo caso crescerebbe un soggetto insicuro, che ha costantemente paura ad affrontare la vita perchè pensa di non farcela…perchè i genitori hanno sempre risolto il problema per lui! Per questo credo che l’indipendenza, sicuramente in parte come dici tu è dettata anche dal tipo di società in cui viviamo, ma che sia soprattutto una grande forma di amore. Far crescere i bambini sotto una campana di vetro, si sa, ha sempre creato molti problemi al bambino! E spesso è un atteggiamento più che umano della madre che non ce la fa a staccarsi dal figlio!
Quando dici quindi che l’indipendenza è sinonimo di solitudine, non sono d’accordo. Per me i sinonimi di indipendenza sono: forza, autostima, sicurezza! E’ ovvio che un bambino ha il diritto di chiedere aiuto. Anzi lo hanno tutti gli esseri umani…e purtroppo in pochi lo fanno. E’ bello imparare a chiedere aiuto. Quando si impara a farlo, si impara anche ad aiutare gli altri! Ma un conto è insegnare loro a chiedere aiuto, un conto è poi l’aiuto che si da.
Ti faccio un esempio. Il mio figlio maggiore (4 anni e mezzo) ha da poco iniziato ad andare a nuoto. In questo periodo gli stanno levando i braccioli e lui è letteralmente terrorizzato. Io nel vederlo così, credimi, mi sento morire dentro. Il primo istinto è: lo aiuto, lo coccolo. lo tolgo immediatamente dal corso di nuoto, non resisto a vederlo spaventato: lo prendo in questo istante e non metto più piede in una piscina. Ma non è quello che ho fatto. Non ho seguito il mio istinto, non ho fatto una scelta basata sulle MIE emozioni. ho pensato esattamente il contrario: se alla prima paura lo assecondo e lo proteggo, non imparerà mai ad affrontare le sue paure. Imparerà che per ogni problema c’è mamma che lo difende e che gli evita di provare paura (sentimento che, per quanto brutto, è giusto provare nella vita per molti motivi), non imparerà mai a testare quanto in realtà può essere forte e superare le cose. La sua autostima non si fortificherà mai. Ma non per questo non lo amo, anzi. Io mio amore consiste nel parlarci di continuo, nel fargli capire che io ci sono, che può raccontarmi le sue paure e i motivi che lo spaventano. Io cerco di trasmettergli serenità, e soprattutto di ascoltarlo. Gli faccio capire che è normale avere paura, che ce l’avevo anche io quando mi tolsero i braccioli così come ce l’hanno tutti i bambini. che una volta superato questo sarà divertentissimo tuffarsi al mare e nuotare liberamente. Contemporaneamente, lontana dai suoi occhi, parlo di nascosto con gli istruttori (se lo facessi davanti a lui avrebbe di nuovo l’immagine della madre che gli risolve i problemi) chiedendo loro di rasserenarlo, di giocarci, di lasciargli un altro po’ i braccioli fino a quando non si sarà calmato e si sentirà più pronto.
Sono orgogliosa di come sto affrontando questa situazione mentre mi sto struggendo dal dolore nel vederlo piangere per tutta la lezione. Sono convinta che questo sia l’atteggiamento giusto. Sono convinta che sia un grande atto d’amore e che quello che sto facendo gli insegnerà molte cose: che può contare sulla madre, che sa che le sue paure verranno sempre accolte e ascoltate e mai ignorate, che può farcela a togliere i braccioli e può farcela da solo! Bhè l’ultima volta ha iniziato a sorridere in piscina e oggi ha detto che ha voglia di andarci…per me è stata una gioia indescrivibile!
Ecco, questo era quello su cui ci tenevo a confrontarmi. Grazie anche di averci consigliato dei libri e della tua testimonianza. Sarebbe bello se molte mamme scrivessero una lettera come la tua. Le opinioni di altre mamme ci danno la forza di riflettere sugli errori oppure di farci sentire sempre più convinte delle scelte che abbiamo fatto. Nel bene o nel male sono una conferma e una crescita personale. un grande aiuto nel difficilissimo mestiere di mamma 😀
Luigina says
Ciao a tutti, vorrei parlarvi della mia esperienza col sonno.
Ho un bimbo che ora ha 21 mesi. I primi giorni lo tenevo nella carrozzina di fianco al letto (perchè secondo consigli farlo dormire nel lettone lo avrebbe viziato,…) ma nè io nè lui dormivamo serenamente: io mi svegliavo spaurita e non vedendolo vicino a me mi preoccupavo molto e lui stava tranquillo solo tra le mie braccia. Tornata dall’ospedale ero decisamente stanca e notando che tenendolo nel lettone tra mamma e papà dormiva ed era tranquillo, quindi ho proseguito per questa strada. Il mio istinto, il mio amore di mamma mi diceva che averlo nel lettone era la scelta giusta ed ho deciso di non star a sentire i “consigli” contrari. Per me è stata la scelta ottimale, ho sempre allattato a richiesta ed anche se ha sempre mangiato molto di notte non è stato un problema perchè gli davo da mangiare da distesa e quindi riprendevamo facilmente sonno ed era come non essersi svegliate. A tutt’oggi il piccolo dorme ancora nel lettone ed è la cosa più bella del mondo svegliarsi e come prima cosa vedere accanto a te tutte le persone che ami di più al mondo (almeno di domenica, perchè gli altri giorni purtroppo mio marito si alza presto per lavoro). Credo che dovremmo ricordare che siamo dei mammiferi e la natura non prevede che mamma e figlio siano lontanti neppure nel sonno. Il fatto che sentiamo la necessità di “educare” i nostri figli all’autonomia credo sia la conseguenza di questo progresso contro l’uomo che purtroppo costringe le madri magari a lavorare con figli piccoli e quindi a doverli lasciare ad altre persone e quindi è necessario abituarli a stare da soli. Allattare naturalmente ed essere genitori con attaccamento prevede l’essere controcorrente rispetto agli usi e costumi di quest’epoca così disumanizzante. Il sistema che ho adottato certo richiede molto impegno da parte mia perchè il bimbo si addormenta solo ciucciando e anche di pomeriggio da solo dorme al massimo 45 minuti e se desidero che dormi di più poi mi devo riposare accanto a lui, però penso che l’essergli così vicino (oltre ad essere per pochi anni) sarà un investimento per il futuro, cioè credo che per un bimbo il fatto di sapere che le persone accanto a lui ci saranno sempre lo spinga a sentirsi amato e quando sarà pronto sarà lui a volere l’autonomia, imporgliela credo non lo aiuti.
SE UN GENITORE STA MALE NEL SENTIRE PIANGERE IL PROPRIO FIGLIO C’E’ UN MOTIVO, non credo bisogni frenare l’istinto di correre in soccorso, non credo che questo significhi viziare ma rispondere ai bisogni. Con ciò non voglio dire che bisogni assecondare il figlio nei capricci ma distinguere il capriccio dal bisogno sì. Se un neonato piange perchè vuole la mamma non è un capriccio ma un’esigenza naturale, il contatto anche nel sonno è tanto importante quando il cibo e le altre cure.
Abituare il bimbo a confortarsi da solo in nome dell’autonomia lo educa solamente alla solitudine, gli insegna che si deve arrangiare da solo, ma noi dovremmo essere esseri sociali ed è positivo che un bimbo richieda l’aiuto degli altri, dovremmo aiutarci gli uni gli altri e spero di insegnare questo a mio figlio. Certo più avanti vorrei che impari a vestirsi da solo e a fare le sue cose ma in termini di affettività e di conforto voglio che ricerchi le persone che gli vogliono bene e non ad arrangiarsi.
Ho letto il libro di Estevill e per la mia famiglia lo ritengo molto crudele, una volta ho provato a lasciar piangere il bambino ma già dopo qualche minuto credevo di impazzire e mi sono sentita molto in colpa.
Quanto ho scritto non voglio offenda nessuno, questo è quello che va bene per la mia situazione ma se altre mamme dicono che la loro famiglia è perfettamente serena col metodo Estevill non posso che crederci, ognuno è fatto in maniera diversa ed è bello così.
Certo io mi ritengo molto fortunata perchè ringraziando Dio riusciamo ad arrivare a fine mese anche se io non lavoro e così posso seguire mio figlio in questo modo e sono davvero vicina a tutte quelle mamme che sono costrette a lavorare contro la propria volontà. Probabilmente se dovessi lavorare 8 ore al giorno e avessi un bimbo poi da seguire magari anch’io troverei qualche metodo per renderlo più indipendente, però comunque sarebbe una scelta sofferta e non quello che realmente credo sia giusto per mio figlio.
Per tutti quelli che la pensano come me consiglio la lettura del libro “Genitori di giorno e…di notte” del pediatra Williams Sears, edizioni La Leche League International. Non si trova in commercio, dovete visitare il sito LA LECHE LEAGUE ITALIA e trovare la consulente a voi più vicina e chiederle se ve lo procura. Informo che LA LECHE LEAGUE è un’associazione che aiuta le mamme nell’allattamento.
Riassumendo mi direi contraria al metodo Estevill perchè credo che se anche il bambino dopo qualche giorno non piange più sia anche un pò per rassegnazione ma magari che ne so non ho capito molto bene il fine del libro.
Non ho la certezza se come mi sto comportando farà di mio figlio una persona equilibrata ma sto facendo quello che ritengo giusto. E’ sempre positivo però vedere anche altri punti di vista, magari col prossimo figlio farò tutto il contrario…chissà…….
Moma says
Ciao Cinzia, grazie mille per questo tuo contributo, anche professionale 🙂
Personalmente, come avrai capito dai commenti precedenti, io sposo in pieno questo metodo, i risultati e soprattutto le motivazioni che ci sono alla base, soprattutto il fatto che questo metodo deve essere applicato per il bene dei figli. Di conseguenza sottoscrivo tutto ciò che hai scritto, dalla prima all’ultima parola 🙂
Moma
Cinzia says
Care colleghe mamme,
sono Cinzia, mamma di Luca (16 mesi).
Ho letto il libro di Estivill con occhi di mamma ma anche di educatrice e counselor (esperto nella relazione d’aiuto). Spero possa esservi utile spere che, da entrambi i punti di vista, ho trovato la sua teoria utile e scientificamente coerente. Ovvero mi sembra che proponga soluzioni basate su una solida e professionale osservazione delle caratteristiche fisiologiche del sonno dei piccoli ed anche delle dinamiche emotive e psicologiche che il momento della nanna produce in tutti i componeneti del nucleo familiare.
Con Luca ho applicato il metodo a partire dai suoi 9 mesi (prima non aveva una stanzetta tutta sua). Non è stato affatto semplice affrontare le sensazioni istintive che mi suscitava il ciclico riproporsi dei suoi pianti, nonostante fossi convinta della scelta fatta. Tuttavia avevamo messa bene a fuoco la nostra priorità di genitori cioé quella di offrire al piccolo la possibilità di vivere il momento della nanna come un momento gioioso, tenero e sereno, di farlo sentire autonomo nella gestione di una delle funzioni più importanti e piacevoli del suo organismo.
L’importanza del nostro obiettivo ci ha dato la forza di mettere da parte i nostri pur comprensibili e umani timori e l’eccesso di istinto di protezione(di noi stessi o del bambino?).
In una decina di giorni il metodo ha dato i suoi frutti ed ancora oggi, salvo sporadiche parentesi, funziona alla grande.
Luca adesso desidera il momento della nanna come quello della pappa e del gioco, spesso è lui stesso a richiederlo e se gli viene proposto si abbandona tra le nostre braccia con un sorriso mentre lo portiamo nel suo lettino.
A tutte voi colleghe mamme vorrei lasciare due piccoli ma secondo me fondamentali punti fermi, non come consigli ma come doni (ovvero fatene pure ciò che volete):
è importante essere coerenti nel proporre una nuova regola o una nuova abitudine ai nostri piccoli, li fa sentire sicuri ed evita loro un senso di confusione che li turberebbe molto perciò, prima di applicare il metodo cercate di assicurarvi di essere il più possibile coerenti nei messaggi che date ai bimbi (come singoli e come coppia!);
i nostri cuccioli sono dei veri assi nell’interpretare il nostro stato d’animo, quindi un’altro segreto per applicare il metodo con successo e tempi ragionevolmente brevi è quello di entrare nella stanza del cucciolo ogni volta con la maggiore serenità possibile, se portiamo nel loro piccolo nido i nostri sensi di colpa e le nostre ansie i bimbi tendono a farsi l’idea che stia per accadere qualcosa di brutto.
Vorrei concludere dicendo che non è mai crudele impegnarsi per dare ai nostri figli l’opportunità di crescere sentendosi CAPACI di affrontare la loro semplice ma preziosissima quotidianità con la giusta autonomia.
Un’ultima cosa, ho affiancato per alcuni anni uno psicoterapeuta nel suo lavoro di terapeuta di gruppo: i traumi hanno origine da accadimenti e dinamiche ben diversi dalla procedura di accudimento e di cura del bambino che propone Estivill quindi, a patto di applicare il metodo proprio come viene descritto, non credo ci siano rischi di provocare danni allo sviluppo emotivo e psicologico dei nostri piccoli.
Un abbraccio affettuoso e solidale a tutte 😉
Moma says
Ciao Lucia,
rispondo alle tue domande molto volentieri, sempre non da esperta, ma da mamma che ha applicato il metodo con successo.
1- Io penso che tu il metodo lo abbia capito benissimo, o almeno così mi sembra leggendo quello che scrivi. Sul fatto di uscire dalla stanza mentre il bambino ancora piange proprio non ti saprei dire. I miei figli con il discorsetto di 30 secondi si calmavano e quindi non mi si è mai creato il problema. Però me lo sono chiesta più volte: e se piange devo rimanere o aspettare che si calmi? Non mi sono mai risposta 🙂 E’ anche vero che ho letto questo libro 4 anni fa e ora non lo ricordo nel dettaglio. Sicura che non è affrontato da nessuna parte questo caso?
2- Secondo me il sonno non va favorito. Ovvero dovrebbe bastare il famoso discorsetto, i ciucci e il suo oggetto preferito. Poi deve addormentarsi da solo
3- Sono d’accordo con tuo marito. Mentre leggevo la prima parte del tuo commento, pensavo che il bambino si stesse abituando non alla nanna ma al latte-nanna. A questo punto mi vengono in mente due soluzioni: o gli dai un goccio di latte o di camomilla (anche simbolico) anche prima dei pisolini (se vedi che cosi dorme, vuol dire che lui piange perchè vuole il latte). Oppure la sera, dopo che gli dai il latte, giocaci un po’ e non metterlo subito a letto. In questo modo non assocerà più la nanna al biberon di latte ma saranno due azioni separate per lui.
Un’altra ipotesi comunque potrebbe semplicemente essere che è un bambino che di giorno non dorme. Ne conosco veramente tanti, anche più piccoli di tuo figlio, che dormono bene la notte ma di giorno non fanno neanche un pisolino! Anche se devo dire che io i miei li ho sempre un po’ “obbligati” a dormire…più che assecondare il loro sonno cioè, ce li ho proprio educati e ancora oggi (hanno 2 anni e mezzo e 4 anni e mezzo) dormono due o tre ore dopo pranzo, anche se sono grandicelli.
In bocca al lupo per tutto 🙂
Moma
Lucia Strappa says
Ciao mi chiamo Lucia ed ho un figlio Paolo di 7 mesi. Sto applicando il metodo Fate la nanna ed ho alcune difficoltà/perplessità.
I miei problemi sono più che altro associati ai pisolini. Mi spiego.
Per la notte, essendo Paolo piccolo, prima di metterlo nel lettino lo allatto. E lui si addormenta, o almeno così sembra a me. Quando lo metto nel lettino al più si gira a pancia in sotto con un piccolo gemito e dorme per otto ore di filato con qualche gemito che gestisce da solo. Poiché lo metto a letto tra le 20 e le 20:30, tra le 4 e le 4:30 si sveglia e fa una poppata. Anche in questo caso lo metto nel lettino senza problemi. Poi si sveglia tra le 6 e le 8 e comincia una nuova giornata.
Sia chiaro, questo risultato è stato raggiunto dopo l’applicazione, forse non proprio esatta del metodo Estivill. Prima si svegliava ogni due ore ed era impossibile rimetterlo nel lettino a dormire!!!
Il mio problema è sui pisolini, appunto. Infatti quando deve fare i pisolini non è prevista alcuna poppata e lui deve passare dalla veglia alla nanna in modo completamente autonomo. E non ce la fa. E piange per mezz’ora. E dopo tanto piangere dorme solo per mezz’ora.
Dico piange per mezz’ora, non perché io non rispetti la tabella di marcia di Estivill. Ma perché nonostante io rientri nella cameretta, lui con i miei 30 sec di discorsetto non si calma affatto anzi il più delle volte si agita ancor di più.
A pag.66 è esplicitamente scritto: “Il nostro obiettivo non è quello di farlo restare zitto, né di farlo calmare e neppure di farlo addormentare: dobbiamo solo farlgi capire che non è stato abbandonato”.
Io non so se il mio bambino di 7 mesi capisce dal mio discorsetto che non è stato abbandonato. Non so neppure se piange perché si sente abbandonato. So che dopo avergli detto le solite paroline, esco, che lui pianga o meno.
E lui dopo aver fatto tanta fatica per addormentarsi dopo mezz’ora si sveglia. Sempre piangendo.
A quel punto io lo prendo su e faccio finire il pisolino.
A questo punto le mie domande sono le seguenti:
1- ho capito male il metodo? non dovrei uscire dalla stanza se lui piange?
2- gli devo favorire il sonno in qualche modo, stando bene attenta che quando lo lascio non stia già dormendo o se la deve proprio cavare in tutto e per tutto da solo?
3- mio marito dice che il problema con i pisolini deriva dal fatto che la notte si addormenta attaccato al seno mangiando; ma io non so proprio come fare a non farlo addormentare e svegliarlo prima di metterlo nel lettino mi sembra una crudeltà gratuita; qulache suggerimento?
In relazione alla discussione se questo metodo sia da applicare o da rifuggire come la peste, vorrei solo dire che non trovo giusto dare dei consigli o dei giudizi sull’operato di altre mamme.
Non ci sono studi scientifici che io sappia che dicono che i bambini che dormono nel lettone con i genitori sono più o meno disturbati dei bambini che vengono sostenuti da dietro una porta accostata nel loro sforzo di addormentarsi da soli.
Ogni bambino ha una sua storia ed ogni coppia di genitori ha una sua storia.
L’essere dei buoni genitori non vuol dire applicare un metodo piuttosto che un altro, ma vuol dire sforzarsi il più possibile di trovare uno stile di vita che sia il più adatto alle personalità dei membri della famiglia.
Spero che qulacuno risponda al più presto alle mie domande e ringrazio Moma per aver affrontato questo argomento.
al says
continua continua, i traumi infantili poi si curano in anni e anni di terapia… anche i bambini negli orfanotrofi dopo i primi tempi non si svegliano più la notte, prova a immaginare perché!
Moma says
Ciao al.aa (scusa ma non ti sei firmata/o.
Sicuramente traumi infantili si curano in anni di terapia (anni quando si tratta di traumi gravi) ma in questo caso trovo il tuo commento un po’ fuori luogo e non motivato. Come puoi scrivere che Fate la nanna provoca dei traumi infantili? In base a quale teoria ed esperienza?
Se la mettiamo su questo piano, posso dire altrettanto che finirebbe in terapia anche un bambino che viene per anni addormentato in braccio o che è abituato a stare nel letto dei genitori, o che viene assecondato in ogni sua lagna. Facendo cosi il bambino non viene certo aiutato nel suo processo di indipendenza e rafforzamento della sua autostima che, a mio giudizio, dovrebbe essere il primo compito dell’educazione che trasmette il genitore. Un bambino iperprotetto, cresce all’ombra degli adulti, pieno di insicurezze e di paure. Impara che senza il genitore presente lui non è in grado di fare nulla, neanche di addormentarsi nel suo lettino.
e’ uscito proprio oggi un articolo sul Corriere della Sera che ti segnalo. Sicuramente il comportamento di questi genitori è eccessivo, ma come vedi l’iperprottetività è stata in questo caso addirittura condannata in un tribunale: http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_13/bambino-troppo-amato-alberti_2d7bf594-b7bc-11de-9cba-00144f02aabc.shtml
In generale comunque non ho apprezzato molto il “tono” del tuo post. Sarebbe bello avere un confronto anche con chi la pensa diversamente, ma che sia un dialogo, qualcosa di argomentato e costruttivo. Così rischia solo di essere un commento sterile, fine a sè stesso.
silvia says
ciao moma, sono Silvia e ho 3 figlie. Chiara ha 9 anni e anche adesso a volte viene nel lettone x le coccole. Non conoscevo nessun metodo valido nel 2000 quando è nata e io da sola non ci sono riuscita, quindi questo è il risultato. Le altre due sono gemelle di 23 mesi, Francesca e Federica. Ho comprato il libro FATE LA NANNA a settembre e il 13, una domenica, ho iniziato il TRATTAMENTO con entrambe. Federica a parte la prime due sere ha accettato subito di buon grado il nuovo modo di addormentarsi, ma Francesca ancora adesso fa fatica. In realtà dopo 6 giorni alla sera non piangeva più e nel pomeriggio poco, però poi è bastato avvicinarmi una notte che stava male x regredire completamente anzi forse peggio della prima volta. Lei le ha combinate tutte. Ho dovuto togliere la sbarra del lettino perchè la saltava, per un po ho messo il fasciatoio come barriera alla porta perchè voleva uscire e tornare in salotto. Quando è riuscita a spostare il fasciatoio ho messo il cancellino in ferro di sicurezza della CHICCO basso ma sufficiente perchè lei non riesca a scavalcarlo e ad aprirlo. E’ più dura con lei e per fortuna Federica dorme nonostante i suoi pianti. Oggi non è andata male ma non posso mollare un attimo perchè ancora non l’ha accettata veramente e mi mette a dura prova. Il trattamento lo faccio da sola perchè mio marito ha letto il libro ma dopo le prime urla se n’è andato con Chiara a fare un giro e così ha fatto nella prima settimana. Oggi lui e Chiara scendono in taverna finchè non si addormentano. Mi chiedo quanto dovrà durare così? Come capire che è diventato normale al punto che anche gli altri possono tornare a una vita normale? Qualsiasi buon consiglio e soprattutto a favore del metodo Estivill è gradito. Le critiche non mi interessano perchè la mia scelta l’ho fatta il 13 settembre e cascasse il mondo la porto avanti. Grazie Silvia
Moma says
Ciao Silvia,
innanzitutto ti voglio fare i miei più sinceri complimenti sia perchè hai 3 figli e sia per la determinazione che ci stai mettendo per applicare questo metodo.
Premetto che non sono una pediatra nè una psicologa e che quindi posso rispondere ai tuoi dubbi solo dicendoti cosa farei io come mamma al tuo posto, in base alla mia esperienza.
La prima cosa ce cercherei di capire secondo me è se Francesca può avere il disturbo del sonno o se ha avuto in passato un’esperienza traumatica, o se c’è qualche problema, o gelosia che possa disturbarle il sonno. se escludi tutto questo, problemi sui quale il metodo non funziona, allora è probabile che si tratti solo di capricci.
Il metodo d’altronde i primi giorni ha funzionato. E dopo essere stata male ed aver riavuto un contatto con te, la situazione è regredita. Questa possibilità nel libro è contemplata. Ma il libro dice anche che riapplicando il metodo, con qualche giorno la situazione torna come prima. Il problema, se ho capito bene i tempi, è che dal giorno in cui è stata male e oggi, è passato molto tempo e il metodo dovrebbe già essere stato riacquisito.
Valuta tu quanto insistere o se decidere di rirpovare fra un po’. Magari il problema è un altro. Sicura che sia te che tuo marito non abbiate ceduto qualche volta? Perchè per ogni cedimento di solito si deve ricominciare da capo. se si tiene duro, in pochi giorni, almeno nella mia esperienza, ha funzionato.
Un cosa che invece io non farei è metterle delle barriere, chiudere porte o mettere cancelletti. Toglierei le sbarre dal lettino perchè possono essere pericolose se le scavalca, ma non la chiuderei perchè potrebbe spaventarsi, sentirsi esclusa da voi. Non deve addormentarsi da sola perchè per lei è l’unica alternativa che ha non avendo possibilità di muoversi dalla stanza. Ma deve addormentarsi da sola perchè è serena del fatto che voi ci siete (anche se in un’altra stanza) e che non le succede nulla anche quando è sola. Non deve avere la paura dell’abbandono, deve arrivare a capire esattamente l’opposto.
E anche un’ultima cosa non avrei fatto fossi stata tuo marito. Non sarei andato via, tantomeno portando via un’altra figlia.
Francesca deve capire innanzitutto che ci siete e che non l’abbandonate. Siamo sicuri che mentre piange nel lettino non si accorge che il padre e una sorella vanno via? Magari ne deduce che ogni volta che deve andare a letto, metà della famiglia se ne va e la lascia sola.
Cosi come le sarebbe d’aiuto vedere i genitori complici ed uniti in questo tipo di comportamento verso di lei. Anche questo le darà più sicurezza rispetto a vedere due comportamenti discordanti.
Mi dispiace che alla fine sembra che io critichi tutto quello che hai fatto. ma le mie vogliono essere solo critiche positive e comunque quello che farei io non è detto che sia giusto.
In bocca al lupo e ogni tanto fammi sapere se ci sono progressi.
Moma
Chiara says
Anch’io approvo e la mia esperienza è stata splendida. Leonardo ha piagnucolato una mezzoretta la prima sera (aveva 6 mesi esatti), poi più nulla e ora che ha 3 anni continua a dormire le sue 12 ore filate ogni notte, nonché 2-3 ore al pomeriggio.
E’ un bambino incredibilmente indipendente in tutto, senza dubbio il metodo Estivill con lui ha trovato terreno fertile.
Noi siamo molto, molto soddisfatti della scelta che abbiamo fatto, nostro figlio è tutto meno che traumatizzato (anche all’asilo dicono che è un bambino incredibilmente sereno) e davvero non capisco perché il metodo e i genitori che sono in grado di applicarlo (mi sa che anch’io ho la tua stessa presunzione 😉 ) vengano giudicati con tanta acrimonia.
Sono scelte, non mi permetto di giudicare chi tiene i figli a dormire nel proprio letto fino a 7 o 8 anni (avrà i suoi buoni motivi), non vedo perché mi si debba accusare di crudeltà se ho insegnato a mio figlio a dormire da solo.
Moma says
Non posso che sottoscrivere ogni singola parola…compreso il nome del figlio che è lo stesso 😀
Grazie!
daniela says
io approvo totalmente questo metodo.
nonsi dice mai, che chi sgeglie qto metodo affronta un percorso duro, nn crudele,ma duro, a nessuna mamma o papà piace sentirpiangere il proprio figlio, nn siamo crudeli!!!!
io ho applicato il metodo a matteo qdo aveva 6 mesi compiuti, ora ne ha fatti 10, ma da qdo ha iniziato a gattonare….tutto è svanito!!!
si sveglia la notte, 2 o 3 volte, vuole essere attaccato al seno e cullato…cose che io NON avevo MAI FATTo!!!!!
c’è da dire che abbiamo cambiato casa e lettino,xun mese,ed ha iniziatoa gattonare…mi domando se va rieducato?o se qta fase del gattonare lo eccita e devo far passare un pò di tempo?
grazie,Daniela
Moma says
Ciao Daniela, finalmente qualcuno che approva 🙂
Il percorso, come dici tu, è sicuramente duro ma non crudele…sono perfettamente d’accordo! Tutto ciò che viene fatto per il bene di un figlio non può per natura essere una cosa crudele!
Ti do il mio parere (ma non sono un’esperta) sul tuo caso. Secondo me quando un bambino cambia casa, lettino, o scuola, o quando gli arriva un fratellino/sorellina o altri cambiamenti per lui significativi, ci può essere una regressione, che può essere nel sonno, nella pappa, nelle abitudini in generale. Io fossi in te riapplicherei subito il metodo, sono sicura che come ha funzionato la prima volta, funzionerà la seconda. E’ come quando nel libro c’è scritto che un genitore può cedere in parte ad esempio quando stanno male o con la febbre, magari concedendo una coccola in più o stando li più tempo per rinfrescargli la fronte con le pezze bagnate. Ma appena il bambino sta bene bisogna ricominciare immediatamente altrimenti loro, ovviamente, continueranno a pretendere quelle attenzioni che avevano quando stavano male. Ecco nel tuo caso è la stessa cosa. Il cambiamento l’ha un po’ scombussolato ed è normale ma ora se non applichi le regole, penserà che la nuova casa ha regole diverse dalla vecchia e pretenderà sempre la tua attenzione di notte.
Spero di rileggerti presto…ciao 🙂
Moma says
Cara Annalisa, innanzitutto grazie per aver detto la tua ed esserti confrontata in questa questione.
A mio modesto parere però, non condivido alcune cose che hai scritto:
1- Mi ha incuriosito quando hai scritto: per due giorni ha funzionato e non si sa il perchè. Il perchè è semplice: perchè il metodo funziona. E’ ovvio che poi i bambini ci riprovano ogni tanto ed è li che bisogna essere costanti e coerenti e applicare lo stesso metodo, anche per dare credibilità al bambino. Le ricadute ci sono sempre, basta non demordere quando questo accade.
2- Perchè tuo figlio si addormentava dopo mezz’ora di pianto? questo vuol dire prenderlo per sfinimento ed è sbagliato e può spaventare il bambino che si sente abbandonato. Il metodo spiega bene che il massimo tempo in cui si deve far piangere il bambino sono 15 minuti, non di più, poi bisogna intervenire, calmarlo e andare via di nuovo. Come è possibile che tuo figlio sia arrivato a mezz’ora?
3- E’ vero che verso i tre anni c’è una svolta in molte cose e che a quell’età il bambino imparerà molto probabilmente a dormire da solo. Ciò non toglie che per questo bisogna farlo dormire male per tre anni di seguito! Si può educare al sonno fin da piccolo in modo che dorma più sereno lui! Ricordiamoci che un bambino che ha un sonno continuato invece che interrotto, riposa sicuramente meglio! Motivo per cui continuo a sostenere che sia un metodo “altruista”, fatto per far stare bene il bambino!
4- L’egoismo secondo me sta nel farlo dipendere dal genitore e nel non aiutarlo ad essere sereno e autonomo, facendogli capire che può riaddormentarsi da solo serenamente. Anche la richiesta del seno è una scusa bella e buona dei figli per vedere la madre. Un bambino che a cena mangia e beve quanto basta, non ha bisogno di continuare a mangiare e dissetarsi anche la notte. Altrimenti come si spiega che a tre anni all’improvviso non sentano più fame e sete?
5- Perchè è traumatizzante? Perchè dovrà piangere qualche minuto per qualche sera? Quante volte piangono anche di giorno in fondo? E poi se il trauma è dovuto al fatto che il genitore lo lascia solo e non sta con lui come vorrebbe, per questo stesso principio non bisognerebbe neanche mandarli al nido- Li la separazione dura molte ore al giorno e il bambino piange per intere settimane. Perchè però su questo i genitori insistono e non lo riportano subito a casa con loro?
E’ vero quello che dici che ogni bambino è fatto a modo suo ma questo metodo non funziona solo in due casi:
a- quando il bambino ha reali problemi di insonnia e sonnambulismo (e che probabilmente avrà quindi anche da adulto) o quando è malato
b- quando i genitori non ce la fanno ad applicare il metodo in maniera costante e cedono. O quando uno lo applica e l’altro non ad esempio
Scusami se ti scrivo tutto questo ma sono talmente convinta di questo metodo e del fatto che sia per il bene del bimbo, che quando viene criticato ho un po’ la “presunzione” di pensare che non sia stato capito a fondo. E mi dispiace perchè gli unici a rimetterci sono i bambini.
Moma says
Cara Akari, il metodo, come dice il libro, si può applicare anche a due anni o a tre. Solo che si applica quando i bambini hanno evidenti problemi di sonnolenza. Se tuo figlio ha sempre dormito, vuol dire che non ha problemi la notte ma sta solo passando un periodo particolare dovuto a qualcosa (denti, la tua gravidanza, qualcosa successo a scuola ecc). E poichè ormai parla forse basta chiedergli che cos’ha. Quindi io nel tuo caso aspetterei e non applicherei il metodo. Il metodo estivill, a mio avviso, va applicato quando i bimbi si svegliano inventando scuse (mamma ho fame, mamma ho sete, mamma non trovo il ciuccio) solo per vedere i genitori. Quindi se tuo figlio non chiama solo per richiedere attenzioni, secondo me il problema andrebbe risolto in altro modo. Se poi questi risvegli si prolungano nel tempo e diventano un’abitudine, allora forse è solo una lagna e varrebbe la pena leggere il libro e applicarlo.
Mi rendo conto che sto parlando come se io fossi Estivill in persona, ma non è cosi ovviamente. Il mio era solo un consiglio. E’ solo quello che farei io se mi succedesse quello che sta accadendo a te 🙂
Annalisa says
Ciao a tutti, sono la mama didue bambini uno di 6 e uno di 3 anni. Su consiglio di un amico ho comprato questo libro dato che il primo genito nei primi anni non mi faceva praticamente chiudere occhio nè di giorno nè di notte.
Il mio giudizio su questo manuale è estremamente negativo e concordo in pieno con chi lo giudica “duro e traumatizzante per il bambino” (anche per mamma e papi) è anche una “scelta egoista” soprattutto se si pensa che è anche un metodo oltremodo inutile.
Mi vergogno quasi a dirlo che a suo tempo ci ho creduto in questo libro. Io e mio marito per un periodo abbiamo provato a seguirlo scrupolosamente ma hai me, con scarsissimi risultati.
Il metodo ha funzionato non si sa il perchè, solo per un paio di notti poi tutto come prima, il bimbo di circa sei mesi, si addormentava dopo aver pianto una mezzora e più, ma poi si risvegliava la notte come prima e più avvlenato che mai.
Fù così che il libro dal comodino della camera da letto è finito tra gli altri nel dimenticatoio della libreria in salotto.
Un bambino ostico il mio? Quell’1 su 3 su cui il metodo Estevill non ha alcun potere? Ho sempre giudicato mio figlio fuori dal comune come tutte le mamme per un sacco di cose strepitose che solo lui sa fare, ma non per questa: mio figlio si sveglia 9-10 volte a notte, ma non è un caso raro ne ero certa. Allora come si comportano gli altri? Ecco che cercando come una disperata, in preda al tipico esaurimento di chi non si riposa da troppo tempo, seguendo i consigli di pediatri, delle mamme al parco e di nonne, maestre, consultando altri libri, riviste e siti internet, ho trovato la pace dei sensi nella più semplice delle risposte, la quale va al di là di qualsiasi scusa per vendere un libro. Beh…ditemi se mi sbaglio: per il bambino fino ai tre anni, svegliarsi la notte è una cosa fisiologica (ovviaente quando si ha a che fare con un bambino in perfette condizioni di salute psicofisica) c’è chi riesce a raggiungere la meta subito o quasi, c’è chi si sveglia, ma non fa casino e si iaddormenta da solo, c’è chi invece ci mette un po’ di più e c’è chi non lo fa prima dei tre anni perchè semplicente non è pronto, no può. Lo so è dura da accettare, ma è così.
L’unico buon consiglio di questo libro al massimo è quello di stabilire un rituale della buona notte, ma questo lo renderà meno ostile all’andare al letto, ma non a dormire tutta la notte. Levargli il latte al seno, neppure funziona, il mio è stato allattato fino a due anni compiuti, ma come volevasi dimostrare solamente il giorno del suo terzo compleanno ebbene sì con grande merviglia è avvenuto il MIRACOLO!!
Con il secondo mi è andata un po’…meglino, con alti e bassi ma non per aver usato qualche metodo particolare, si sa ogni bambino è fatto a modo suo.
Il mio consiglio in questi casi è quello di mettersi l’anima in pace e di seguire il proprio istinto di mamma e di papà, ma soprattutto di seguire l’istito ben più incontaminato e sincero di vostro figlio. Per farlo stare bene e per stre bene con lui e voi stessi dategli tutto quello che vi chiede, con tanta pazienza, anche e soprattutto il conforto della vostra presenza quando si sveglia smarrito la notte.
Un in bocca al lupo e saluti a tutti.
akari says
Confesso che sebbene ne abbia sentito parlare moltissimo personalmente non ho letto il libro, fino ad oggi non ne ho avuto bisogno (fortunata, lo so!), mi sono fatta invece guidare fin da subito dal “Linguaggio segreto dei neonati” (regalo di Federica :)), con cui ci siamo trovati benissimo e di cui chissà che non scriva in seguito… Ma, c’è sempre un ma, proprio in questi giorni le cose stanno forse cambiando, abbiamo problemi a far addormentare Alex per non parlare delle urla alle 4 di notte… e mai era succeso prima quindi siamo abbastanza stravolti O_o. Da una parte vorremmo applicare il metodo Estivill, leggendo il libro prima ovviamente, dall’altra vorremmo provare a parlare con Alex che forse sta solamente vivendo un momento di crescita e di cambiamenti.
Non so, siamo indecisi, probabilmente dovremmo leggere il libro per capire se fa al caso nostro oppure no.
Non so se far piangere i bimbi abbia efficacia anche verso i 2 anni, quando i bambini hanno la capacità di esprimersi e farsi capire piuttosto bene, ma non avendo letto il libro forse sto parlando a sprosposito. Certamente però sono favorevole con te Moma quando scrivi che il sonno dei bambini è importante prima di tutto per LORO, che hanno bisogno di dormire 10/12 ore per affrontare il giorno seguente sereni e riposati… come noi d’altronde 😉