Oggi non scrivo un post normale.
La mia idea era quella di presentare ai lettori del MercatinodeiPiccoli il cavalcabile Lucillo progettato dallo studio creativo Internotrentatre; Poi però, mentre studiavo quali immagini e informazioni inserire nel post mi sono innamorata di molti altri progetti che ho trovato sulla loro pagina facebook.
D’accordo con Bice Dantona e Bernardo Corbellini giovani e creativi Toy Designers italiani che hanno dato a vita a dei giocattoli davvero unici ho preferito pubblicare una loro intervista.
Alcuni dei progetti che vedete in foto sono solo dei concept in cerca di produttori pronti a scommetterci su, altri invece hanno già trovato chi li ha messi in produzione.
Chissà che la mia intervista e questo spazio non possa aiutarli a mettersi in contatto con qualche azienda interessata 😉
Intervista a…
Bice Dantona e Bernardo Corbellini —–> Internotrentatre StudioCreativo
Chi siete, quale percorso vi ha portati a diventare toy designer?
Siamo designer per gioco. Può sembrare una frase fatta, ma è assolutamente vero. Veniamo da esperienze diverse nel mondo dell’architettura, della grafica, della comunicazione e ci siamo occupati individualmente di progetti educativi ed editoria per l’infanzia. Esperienze di lavoro diverse, stessa passione per i bambini e il loro mondo, stesso vizio per la curiosità.
Ci siamo trovati a progettare quasi per scherzo il primo giocattolo, Kiki, durante il workshop di Poli Design – Assogiocattoli “Il Futuro del Giocattolo Made and Thought in Italy”, e non abbiamo più smesso.
È un mestiere pericoloso perchè è grande la responsabilità di dare al bambino un gioco che diventi un’emozione, che gli permetta di imparare senza che lui se ne accorga. Grande è la responsabilità nei confronti dei genitori: quando comprano un giocattolo, forse, regalano all’oggetto stesso il tempo dei loro figli. Tempo prezioso, perché il gioco occupa una gran parte della vita del bambino. Grande è la responsabilità verso l’azienda produttrice nel proporre di percorrere terreni inesplorati, soprattutto in questo periodo.
Insomma, avremmo corso meno rischi decidendo di diventare astronauti o agenti segreti alle prese con un intrigo internazionale e un paese da salvare… Ma ormai la scelta è stata fatta.
Quali prospettive ci sono in Italia per i toy designers?
La figura del Toy Designer professionista in Italia è nuova ed è ancora molto difficile riuscire a proporre idee alle grandi aziende ed essere presi sul serio, soprattutto quando si parla di innovazione e di uscita dalle linee commerciali già consolidate. È un paradosso, in un mercato come quello del giocattolo, così variegato e goloso di novità da sfornare ogni anno, e in un paese come l’Italia, che sin dagli anni Cinquanta ha saputo portare in tutto il mondo il “Bel Design”.
Ma per fortuna ci sono delle belle eccezioni: per fortuna esistono tanti piccoli produttori coraggiosi e dei distributori illuminati pronti a valutare anche nuovi punti di vista.
Raccontateci come nascono le vostre idee, il processo creativo che vi porta a prodotti bellissimi come Lucillo…
Non c’è, in verità, un processo creativo standard: nasce tutto, in modo molto naturale, dall’osservazione e dall’ascolto. Osservazione attenta di prodotti (non necessariamente giocattoli) e tecnologie esistenti, ma anche dalle abitudini e dai gesti più comuni dei bambini, come girare, correre, saltare. Ascolto delle necessità delle famiglie, ascolto delle osservazioni di psicologi, pedagogisti ed educatori con i quali spesso collaboriamo. Ascolto delle necessità delle aziende. Si mescola tutto e nasce l’idea.
Il concept Lucillo è nato unendo i puntini. Da una parte eravamo incuriositi dalle lampade da campeggio che funzionano a dinamo. Intelligenti, ecologiche, divertenti per l’idea di “crearsi” la luce. Dall’altra era un periodo in cui ci interessava indagare su un oggetto che potesse essere un compagno per il bambino durante tutta la giornata, dallo scorrazzare per casa al momento della nanna. Ed ecco l’idea di un cavalcabile indoor che più viene usato e più accumula energia. Una manovella sul suo sederone permette al genitore o al bambino di caricarlo anche da fermo. Una trasformazione fisica di energia: dal gioco all’elettricità. Di sera il corpo di Lucillo s’illumina per diventare una lampada che accompagna le prime ore di sonno. Da solo, gradualmente, si spegne (ci piace pensare che si addormenti anche lui) in attesa di un’altra giornata di gioco.
Quali sono i materiali e le forme che prediligete?
Forme semplici ma non banali, per lasciare spazio all’immaginazione. Con i primi disegni di una nuova idea facciamo sempre una prova con alcuni “piccoli critici ed esperti collaudatori”: chiediamo loro cosa vedono nell’oggetto. È un pinguino? È un canarino? È… Se abbiamo almeno tre risposte diverse, il progetto funziona!
Il rapporto forma-materiale è assolutamente inscindibile. Non si può disegnare un giocattolo e decidere a posteriori in quale materiale realizzarlo. Non è una solamente una questione tecnologica e produttiva, è una scelta che avviene contestualmente all’idea stessa, in stretta relazione al messaggio e alle sensazioni che vogliamo che l’oggetto trasmetta.
Il cartone, ad esempio, fino a poco tempo fa inconsueto per prodotti industriali ma oggi di tendenza, è un materiale interessante, in cui una criticità può diventare un valore e un punto di forza: è un materiale di per se’ deperibile e di breve durata, ma per questo motivo anche molto stimolante. Un materiale perfetto per progetti in cui vogliamo che il bambino “viva” a pieno l’oggetto e ci aggiunga il suo zampino creativo.
Anche la scelta dei colori è fondamentale: bisogna considerare delle tinte adatte al carattere dell’oggetto, ma soprattutto pensate a seconda dell’età del bambino. Semplici e comprensibili nei primi mesi, via via più ricche e complesse durante lo sviluppo, per allenare – proprio come in palestra – la sua percezione cromatica.
I vostri progetti futuri? Dove vi vedete tra 10 anni?
L’idea è sicuramente quella di continuare a giocare per lavoro. Sarebbe bellissimo, tra qualche anno, incontrare “ex bambini” che hanno giocato con un nostro oggetto e lo ricordano con affetto ed emozione.
… E noi ci auguriamo davvero che questo avvenga! Bice e Bernardo noi vi avremmo mai voluti come astronauti o agenti segreti perché il vostro lavoro traspira passione e fantasia.
Se volete acquistare i loro giochi in legno che vedete qui sotto in foto:
PALAZZO PAZZO
T-BOATS (T-Sfida Navale)
RUBA COLORE
potete andare a questo link!
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