“Salta Bart!”, nuovo romanzo di Susanna Tamaro è un libro per bambini che abbiano almeno 10 anni ma ha molto da raccontare anche a noi adulti di oggi.
Bartolomeo Leonardo Atari Commodore, conosciuto da tutti come Bart è un bambino schivo nel quale i genitori riversano il massimo delle speranze e delle aspettative.
Figlio unico nato in un futuro non troppo lontano vive in un mondo super tecnologico: vede sua madre 3 giorni a settimana e nel resto del tempo comunica con lei solamente attraverso uno schermo appeso alla parete.
Il padre di Bart, se possibile, è ancor più distante: un pilota di aerei che passa da casa una volta al mese. La famiglia si riunisce in estate per quindici giorni ma anche in quel momento non c’è scambio o condivisione.
La vita quotidiana di Bart è scandita di impegni da rispettare: sport, corsi ed esercizi: pur non avendo momenti liberi nessuno sembra accorgersi che ciò di cui davvero Bartolomeo avrebbe bisogno è semplicemente un caldo abbraccio. Amaranta, sua madre, è lontana e severa quando gli parla sul grande schermo piatto.
“Gente gentile ha grandi radici, gente arrogante solo grandi scarpe”
L’unico che sembra disposto a scaldargli il cuore è un orsetto di peluche (che però Amaranta fa uscire dalla storia già dopo il primo capitolo) almeno fino all’arrivo nella vita di Bart di Zeta Ics 4292, una gallina parlante che porterà grande scompiglio ma anche entusiasmo, coraggio e presa di coscienza nella vita del ragazzino.
“Cuore piccolo, senza amico. Con amico, cuore grande”
Con lei Bart si troverà a vivere un’avventura fantastica: conoscerà un mondo incredibile dove vivono famigliole di animali, vecchi saggi, “Sua Ingannevole Menzognità” il drago e dove il ragazzino combatterà contro le sue più grandi paure per riuscire a salvare il mondo, il cuore degli umani e la natura intera, animali compresi.
“Non sai che hai coraggio fino a che non ti serve davvero”
Il romanzo è intriso di una forte critica all’eccessivo utilizzo della tecnologia nel quotidiano: nella realtà di Bart ogni cosa è automatizzata e controllata. La riflessione dell’autrice è certamente enfatizzata per trasmettere un messaggio ai ragazzi/lettori e ai genitori stessi.
Non posso dire di non riconoscermi, in microscopica parte, nella mamma di Bart: il computer portatile e lo smartphone sono un’estensione per me e per il mio lavoro. Spesso mi domando come mia figlia viva questa cosa. Se la vede come un’intromissione nel nostro rapporto, nella nostra vita.
Poi però penso che lei non può nemmeno immaginarla una realtà senza tecnologia: quando ero bambina non esistevano i tablet, la televisione era appena “diventata” a colori e il telefono era quello di casa: aveva una cornetta ingombrante, due fili attorcigliati e un grande disco che bisognava far girare con la punta delle dita per comporre il numero.
Mentre crescevo la tecnologia si evolveva: computer, cellulari, internet, macchine fotografiche digitali entravano a far parte della vita di ogni persona comune.
Margherita è nata nel 2006. Io il 2006 lo avevo solo sognato guardando “2001 Odissea nello Spazio” e una TV che trasmette in bianco e nero l’ho vista solo come vezzo. Lei è nata con i film in 3D…
Così le ho raccontato la storia di Bartolomeo chiedendole un’opinione e ho scoperto che quello che davvero l’ha colpita è stata l’impossibilità per questo ragazzino di ricevere un abbraccio. Forse allora, ho pensato, l’importante è saper lasciare lo smartphone sul comodino e stringere tra le braccia i nostri figli ma anche i più cari affetti per far sentire che, nonostante la connessione con il mondo h24 siamo presenti, non ci dimentichiamo di dispensare calore e affetto reale.
“Salta Bart!” è un buon regalo da mettere sotto l’albero di Natale perché parla di valori importanti come l’amicizia e il rispetto per quello che ci circonda. Inoltre il romanzo scorrevole è generosamente illustrato da Adriano Gon: incisore, pittore e disegnatore talentuoso.
“Salta Bart!” è edito dalla casa editrice Giunti nella collana Giunti Junior.
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